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Le Dyv-net arrivano a Hong Kong: le fattorie del futuro sono verticali

L’affollata Cina risolve il problema della carenza di spazio da costruzione con un progetto dell’architetto spagnolo Javier Ponce: realizzare una rete di enormi fattorie verticali, alte 187 metri, per coltivare ortaggi e frutta.
A cura di Clara Salzano
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La Cina ha visto gran parte del suo terreno agricolo scomparire negli ultimi anni a causa della rapida crescita delle sue città e dell'industria. Come produrre cibo sufficiente per una popolazione sempre crescente quando la terra e lo spazio si sta rapidamente esaurendo è una problematica difficile affrontata da molti paesi in tutto il mondo. Nonostante la Cina continui ad avere una delle più grandi produzioni agricole fornendo alimentazione al 20% di tutta la popolazione mondiale, solo il 15% del suo territorio è adatto all'agricoltura. Gli sforzi per espandere i terreni coltivabili a ovest e a nord hanno avuto limitato successo a causa del clima più freddo e secco rispetto ai suoi terreni agricoli tradizionali a est; e con le sue città in espansione del 10% ogni anno dal 2000, il suo territorio agricolo è sempre più in pericolo.

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Ma lo studio di architettura spagnolo Japa Architects ha messo a punto una soluzione innovativa: il suo modello di Dyn-net (Dynamic Vertical Network) costituito da strutture alte 187 metri saranno utilizzate come aziende agricole verticali situate in prossimità di aree urbane, come Hong Kong, al fine di mantenere la distribuzione di cibo a basso costo e fornire il fabbisogno alimentare della metropoli. Tali edifici possono apparire blocchi di alloggi come se ne trovano spesso nelle grandi città, ma questi grattacieli saranno sfruttati solo per coltivare ortaggi e frutta. «Dal momento che Hong Kong ha una verticalità predominante e mancanza di spazio edificabile, potrebbe essere interessante reinterpretare questa verticalità e proporre un nuovo tipo di agricoltura verticale nella periferia della città», ha dichiarato l’architetto spagnolo Javier Ponce.

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L’originale proposta di Javier Ponce Architects si ispira ai tradizionali terrazzamenti delle risaie cinesi. La vertical farm Dyv-net è realizzata con una serie di piastre leggere in materiale metallico riciclato da processi di demolizione e sviluppata a spirale attraverso una serie di vasche idroponiche. All’interno delle vasche le coltivazioni potranno crescere indisturbate, captando tutta la luce naturale di cui necessitano senza problemi di eventuali ombreggiamenti. Le torri saranno equipaggiate con laboratori per monitorare la crescita e il valore nutritivo dei raccolti. Otto ascensori collegano le vasche per le coltivazioni ed i laboratori, mentre pannelli fotovoltaici rivestono l’intera superficie della torre, generando tutta l’energia necessaria a coprire i consumi.

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Ogni anello ha la capacità di spostarsi e cambiare posizione a seconda del clima e della luce del sole, in modo che le piante possano ottenere la migliore esposizione alla luce e all'umidità. Gli edifici saranno aperti ai visitatori locali e internazionali, permettendo loro di imparare a conoscere l'agricoltura locale. Le unità sono state progettate come "hub della biodiversità", con una vasta gamma di habitat, e saranno presenti anche piattaforme di osservazione a 360 gradi per i visitatori. La vicinanza delle torri al distretto di Tai Po, ad Hong Kong, crea l'opportunità di ridurre il chilometraggio alimentare, così come le emissioni di anidride carbonica, di esplorare diverse forme di agricoltura verticale e di ottenere così cibo a basso costo che è di fondamentale importanza per un futuro sostenibile.

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Il modello “Dyv-net, Dynamic Vertical Networks”, la Vertical Farm modulabile da adattare alle grandi città della Cina, si è aggiudicato inoltre una Menzione in occasione del FuturArc Prize 2013 – The Voice of Green Architecture in Asia, importante concorso di design per ridisegnare il paesaggio urbano produttivo all'interno delle città asiatiche e fornire una nuova visione del consumo di suolo e di produzione di cibo, della  gestione dei rifiuti nelle città, ipotizzare nuove tipologie di costruzioni urbane e riqualificare aree ad alta densità abitativa.

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