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Fiorello: “In tv solo talent e cucina, meglio il teatro” (INTERVISTA)

“L’ora del Rosario” è il nuovo spettacolo di Fiorello che fino ad Aprile sarà in tournée italiana e poi anche all’estero. Lo abbiamo incontrato poco prima di andare in scena a Napoli per fargli qualche domanda e per uno speciale video-saluto ai lettori di Fanpage.it.
A cura di Andrea Esposito
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Sono andato al Teatro Augusteo di Napoli per incontrare Fiorello in occasione del suo nuovo spettacolo “L’ora del Rosario” con cui è in tournée in tutta Italia fino ad Aprile e che andrà anche all’estero: Zurigo, Bruxelles, Parigi e Londra.

Appena entrato in teatro lo vedo sul palco insieme alla sua band che “entra e esce dallo show muovendosi con delle pedane” – come lui stesso poi mi racconta – mentre prova alcune canzoni che solo dopo scopro non appartenere allo spettacolo: “Io non provo lo show prima di andare in scena, piuttosto gioco con i ragazzi e lavoro su altro, così ottimizzo i tempi e nel frattempo mi riscaldo per la serata”. Ci sediamo su due poltroncine della platea e gli faccio subito la prima domanda:

Ma è vero che riscrivi parti dello show in ogni città in cui vai prendendo spunto da quello che vedi in giro il giorno prima del debutto?

"Sì, è vero a me piace cambiare continuamente lo show mettendo e togliendo pezzi a seconda di dove mi trovo e poi ci infilo sempre battute e gag sulla città in cui mi esibisco. Con Napoli si rischia di cascare nel luogo comune, di fare la solita cosa sul traffico, sui cd falsi ecc. ecc… In più in questi giorni ero costretto a letto per l’influenza quindi sono arrivato in città il giorno stesso del debutto e così ho fatto un rapido giro in macchina. Proprio mentre facevo un’inversione a U mi sono sentito tutta la gente che protestava contro di me inferocita, poi mi sono girato e ho visto tutti col casco sugli scooter, al che mi sono detto: ‘Ma siete cambiati!’ ed è su questo che gioco un po’ col pubblico".

Già perché il pubblico è parte attiva dello spettacolo…

"Esatto, io entro dalla platea vestito da prete e inizio a punzecchiare le persone sedute in sala, gli dico di spegnere i telefoni, me li rubo e scatto centinaia di foto fino a riempirgli la memoria… Una volta è capitato che mentre tenevo il telefono di un signore è arrivata una chiamata e io naturalmente ho risposto e quello dall’altra parte non ci credeva mica che ero Fiorello! Io poi lo prendevo in giro, facevo le voci…"

Al di là di tutto perché hai scelto di ritornare nei teatri e non hai pensato per esempio alla tv?

"In teatro è tutta un'altra cosa, questo è un varietà vecchia maniera aggiornato ai nostri tempi e ci vuole un pubblico vivo, in carne e ossa. Già viviamo una vita tutta virtuale! Il teatro è, sembrerà paradossale, il mezzo meno anacronistico che c’è oggi. La tv, invece, è il regno dei talent e degli chef e c’è questa “cultura del commento” che poi va sul web. Non si guarda neanche un’esibizione che già la si commenta, spesso in modo molto caustico e qualche volta brutale. Ti senti continuamente bersaglio di chiunque vuole esprimere un’opinione o un proprio gusto. Il commento di un singolo spettatore vale certamente, ma vale uno, una persona. Spesso invece i giornali li riprendono e generano una sorta di delirio di onnipotenza nel pubblico e ciascuno sui social si sente autorizzato a stroncarti. Questa cosa è diventata noiosa…"

Un’ultima cosa, uno dei tuoi cavalli di battaglia sono le imitazioni, un genere recentemente tornato molto in voga… cosa ne pensi?

"Ah guarda in sette anni di Viva Radio 2 ho fatto la bellezza di ottantaquattro personaggi! Oggi però ti devo dire che non amo molto gli imitatori perché sono diventati una specie cloni. Intendiamoci, sono bravi, bravissimi, anzi troppo bravi. Per fare una buona imitazione – prosegue per un po’ facendo la voce di La Russa – ci vuole sempre una chiave personale: trovi un dettaglio del personaggio, lo amplifichi e lo fai tuo, poi lo porti da un'altra parte facendone una parodia che però è tua!"

Grazie Rosario per questa chiacchierata, lo so che prima ho detto “un’ultima cosa”, ma in realtà l’ultimissima è una richiesta un po’ speciale: un video-saluto ai nostri lettori, che ne dici?

"Ma certo, tu però hai uno smartphone?"

A questo punto tiro fuori il cellulare e lui appena lo vede ne approfitta per fare una battuta sul modello – un po’ obsoleto per la verità! Così prendo dallo zaino un tablet fiammante e gli dico con fierezza: “Con questo viene meglio!”… lui ride, lo accende e poi mi dice: “Lo facciamo insieme però!!!”.

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