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Egitto: apre al pubblico la tomba di Maia, la leggendaria balia di Tutankhamon

L’antico Egitto continua ad affascinare con i suoi tesori: a vent’anni dalla scoperta è stata aperta al pubblico la tomba di Maia, la balia del faraone Tutankhamon. Rinvenuta nel 1996, la sepoltura ha permesso di ricostruire alcune vicende della vita del faraone bambino, oltre a far conoscere al mondo la figura della donna, considerata quasi una divinità in epoca antica. Dopo vent’anni di studi e restauri, Maia torna finalmente a parlare di sé.
A cura di Federica D'Alfonso
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raffigurazione di Maia, la nutrice del faraone Tutankhamon
raffigurazione di Maia, la nutrice del faraone Tutankhamon

Mentre a Luxor proseguono gli studi per confermare l'ipotesi della presenza di una camera segreta nella tomba del faraone Tutankhamon, che secondo gli archeologi potrebbe essere la stanza sepolcrale della leggendaria regina Nefertiti, l'Egitto restituisce un altro inestimabile tesoro: si tratta della tomba rupestre di Maia, la balia del faraone bambino, che dopo un lungo periodo di restauri apre finalmente al pubblico. La sepoltura era stata scoperta nel 1996 dall'egittologo francese Alain Zivie nella necropoli di Saqqara, a trenta chilometri a sud-ovest del Cairo, e aveva permesso di ricostruire particolari interessanti della vita di corte e del sovrano, nonché di conoscere l'affascinante figura di Maia, donna molto vicina al faraone e definita nelle fonti come "prima dell'harem" ed "educatrice del corpo di Dio".

La tomba risale al 1430 a.C ed è suddivisa in tre sale: la prima, dedicata al culto della nutrice, contiene una raffigurazione di Tutankhamon seduto sulle sue ginocchia, e un'altra, purtroppo gravemente danneggiata, che mostra Maia insieme al re. La seconda sala è decorata con le scene dei tradizionali riti di sepoltura, dove la donna è rappresentata come una mummia in piedi davanti al dio Osiride. La terza stanza, la più grande, contiene quattro pilastri decorati con altre immagini di Maia e una scala che conduce fino alla camera funeraria.

La tomba di Maia, Saqqara
La tomba di Maia, Saqqara

Un bassorilievo in particolare ha attirato l'attenzione degli studiosi in questi anni: rinvenuto all'entrata della tomba, mostra la nutrice Maia mentre allatta circondata dalla corte. La rappresentazione di una donna mentre allatta era una cosa eccezionale e fuori dal comune: soltanto le divinità venivano raffigurate in un momento di vita così intimo e sacro. Le nutrici erano tenute in gran considerazione dalla società dell'antico Egitto, perché davano il latte, ma spesso non erano neanche nobili: dunque il fatto che in questo rilievo Maya venga paragonata ad una dea, senza essere peraltro regina, conferma il ruolo di primo piano che la donna rivestiva a corte: figura divina, in quanto balia ed educatrice del divino faraone.

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Della figura di Tutankhamon ancora oggi si sa molto poco: ma grazie alla scoperta della sepoltura di Maia è stato possibile ricostruire alcuni episodi della vita del leggendario faraone bambino, che secondo le fonti avrebbe regnato dal 1333 al 1323 prima di Cristo, nel periodo detto del Nuovo Regno, e sarebbe morto a 18 anni. Grazie a Maia scopriamo che Tutankhamun era stato allevato in un "harem", in un palazzo in cui vivevano le regine madri insieme con le concubine dei sovrani e i loro figli. Inoltre, il ritrovamento della tomba della nutrice a Saqqara, la necropoli dell'antica città di Menphis, conferma che Tutankhamon non è cresciuto a Tebe, come si è creduto per molto tempo, ma a Menphis, prima capitale dell'Egitto fondata dal primo re della prima dinastia.

Un guardiano particolare

Vent'anni fa, in occasione dell'eccezionale ritrovamento della sepoltura di Maia, venne fatta una scoperta curiosa: all'ingresso della tomba gli archeologi francesi scoprirono infatti lo scheletro intatto di un leone maschio, apparentemente morto di vecchiaia. Lo scheletro era nascosto sotto uno strato di ossa di altri animali e di bare per corpi umani, collocato in modo da essere orientato verso il sole nascente, con il muso puntato verso nord. L'usura della dentatura e delle ossa hanno fatto ipotizzare che l'animale sia vissuto in cattività fino alla vecchiaia, morendo per cause naturali: un particolare interessante che ha confermato la sacralità dell'animale nell'antico Egitto. I leoni infatti, venivano allevati nei santuari per essere seppelliti come guardiani delle tombe, in quanto considerati l'incarnazione del dio Mahes, figlio della dea gatto Bastet.

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