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Charles Dickens, leggerlo ancora, leggerlo di più, a duecento anni dalla sua nascita

Si celebra oggi il duecentesimo compleanno di Charles Dickens, uno degli scrittori più importanti della storia della letteratura mondiale nonché uno dei più amati da giovanissimi ed adulti, autore di alcune tra le opere più commoventi mai scritte.
A cura di Nadia Vitali
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Si celebra oggi il duecentesimo compleanno di Charles Dickens, uno degli scrittori più importanti della storia della letteratura mondiale nonché uno dei più amati da giovanissimi ed adulti, autore di alcune tra le opere più commoventi mai scritte.

Alcuni libri di Charles Dickens sono come dei desideri irrealizzabili, o quasi: i desideri dei sofferenti, degli ultimi, di coloro i quali aspettano un riscatto dopo una vita insensatamente accanita contro di essi. Quest'uomo, nato il 7 febbraio di 200 anni fa, sognava un mondo in cui al termine delle ingiustizie, della crudeltà, della lunga notte del male, giungesse il riscatto: che fosse il riscatto della sorte, come per uno degli orfani più famosi al mondo chiamato Oliver Twist o per lo sventurato David Copperfield, o il riscatto della propria anima, soffocata dalla malvagità che divora ogni virtù ed ogni speranza, come per Ebenezer Scrooge, l'arido, avaro e miserabile protagonista di A Christmas Carol. Quest'ultima, in particolare, forse una delle opere più commoventi che la letteratura sia mai stata in grado di consegnarci, racconto fantastico dai tratti marcatamente gotici, con quei tre fantasmi del Natale passato, presente e futuro che interagiscono, tuttavia, con una realtà in cui ben poco è lasciato all'immaginazione: perché nelle stesse pagine di quel piccolo racconto, che si può dire quasi che «inventò» lo spirito natalizio dei paesi anglosassoni quale è quello che oggi ancora conosciamo, non manca la critica sociale, il drammatico affresco della povertà e dello sfruttamento minorile che Dickens conobbe sulla propria stessa pelle quando, all'età di dodici anni, finì a lavorare per alcuni mesi in una fabbrica di lucido da scarpe, dopo che il padre era stato imprigionato per debiti.

Pochi come Charles Dickens hanno saputo ritrarre bozzetti così tristemente veritieri della realtà del proprio tempo: con l'accuratezza del giornalista e reporter che fu, narrò senza tralasciare mai i dettagli più foschi ma, allo stesso tempo, senza soffermarsi narcisisticamente su di essi. La sua sensibilità andò miglia oltre la mera contemplazione, dando luogo, come accade di rado nella storia dell'umanità, ad uno degli scrittori non solo più importanti nell'ambito della letteratura mondiale ma anche  tra i più apprezzati ed amati da un vastissimo pubblico: ancora oggi, a duecento anni dalla sua nascita, quel mondo piegato dalle sofferenze, dove i bambini vivono da schiavi nelle mani di avidi sfruttatori e dove la violenza e la prepotenza aspettano con ansia di essere denunciate per venire allo scoperto, sembra ancora vividamente descritto dalle sue parole dense di significato e di emozione, ogni qual volta capita di avere la fortuna di immergersi nella lettura di una sua opera.

Più che mai oggi, bombardati da informazioni, immagini e notizie come siamo, tutti avremmo bisogno di coltivare quel sognatore che dentro di noi necessita di credere nella possibilità di un mondo migliore in cui, al mattino, i sogni oscuri fuggono via lasciandoci finalmente in grado di aiutare gli altri ed i diversi da noi e dove non esiste pregiudizio e sopruso subito che non sarà, un giorno, ricordato solo come parte di un amaro passato che non tornerà più. Nel cercare di fuggire con tutte le nostre forze ad una ferocia suggerita segretamente ed in ogni modo, non esiste nulla di meglio di Charles Dickens, che porta con leggerezza estrema i suoi duecento anni, e delle sue pagine piene di speranza in grado di restituire un sorriso ed un po' di fiducia, oltre che di regalare emozioni, racconti e descrizioni degni di uno dei più eccelsi narratori mai venuti alla luce.

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