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Alla Biennale di Venezia il teatro di Pino Carbone: Cyrano si sposta a Sarajevo

Stasera e domani, all’Arsenale di Venezia, un focus sul teatro del quarantenne regista e drammaturgo Pino Carbone. Con “Assedio” in prima assoluta, il teatrante partenopeo porta in scena la riscrittura dal Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand in cui l’assedio di Arras diventa quello di Sarajevo.
A cura di Redazione Cultura
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Un focus sul teatro di Pino Carbone alla Biennale di Venezia
Un focus sul teatro di Pino Carbone alla Biennale di Venezia

Un dittico composto da "ProgettoDue" e dalla prima assoluta di "Assedio", riscrittura contemporanea dal Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand in cui l'assedio di Arras diventa quello di Sarajevo.  Due lavori diversi che mettono in scena la cifra registica del drammaturgo partenopeo Pino Carbone, fortemente voluti dal direttore della Biennale Teatro 2019, Antonio Latella, prodotti da Teatri Uniti con la collaborazione di Ex Asilo Filangieri. Nell'allestimento che tra oggi e domani il quarantenne regista e autore napoletano metterà in scena, oggi 30 luglio alle 19 e domani 31 luglio alle 21, alle Tese dei Soppalchi dell'Arsenale di Venezia, ci sarà anche molta musica dal vivo e l'uso di dispositivi audio.

Oltre alla stessa presenza in scena del regista, che accompagna lo spettacolo, diventando dominus una modalità narrativa che detta il ritmo, le relazioni e i conflitti. Così, nelle note alla regia, il regista Pino Carbone:

Due spettacoli sul dialogo, sull'incontro e sullo scontro, sulla relazione e sul conflitto a due. Tra il primo ed il secondo lavoro sono passati quasi dieci anni. Metterli insieme in scena è stata una scelta di incontro e dialogo tra due momenti che hanno avuto la stessa radice e ora si parlano, a distanza di dieci anni. (…) Due spettacoli che hanno vita autonoma, ma che diventano un'unica proposta al pubblico. Le musiche originali dei Camera, sono state elaborate a distanza di un tempo così lungo da farne percepire evoluzioni e caratteristiche. I quattro attori – due per raccontare la relazione tra Barbablu e Giuditta, due per raccontare quella tra Penelope e Ulisse – abitano la scena con il regista che interviene, dà indicazioni, commenta. Presenza costante che accompagna senza invadere. Ciò che resta dall'incontro-scontro è la dimensione umana delle due situazioni in scena, Un involucro che ci assomiglia e che possiamo indossare.

ProgettoDue – con i suoi due movimenti PenelopeUlisse e BarbablùGiuditta – e Assedio saranno anche in scena il prossimo ottobre, tra Napoli e Salerno, dalla Sala Assoli al teatro Nuovo del capoluogo partenopeo e nell'ambito della programmazione della Casa del Contemporaneo di Salerno.

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