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160 anni fa nasceva Sigmund Freud: 5 curiosità sul padre della psicanalisi

Il 6 maggio del 1856 nasceva Sigmund Freud. Come tutti gli uomini di genio, anche Freud aveva delle stranezze, e come tutti i grandi che hanno attraversato il Novecento, anche lui ha dato un contributo unico al progredire della nostra cultura. A 160 anni dalla sua nascita, ecco 5 curiosità per conoscere meglio il padre della psicanalisi.
A cura di Federica D'Alfonso
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Sigmund Freud nacque il 6 maggio del 1856 a Freiberg, quando la città oggi parte della Repubblica Ceca apparteneva all'Austria. Padre indiscusso della psicanalisi, studiato ancora oggi, durante la sua vita Freud non fu molto apprezzato: molti neurologi, psichiatri e psicologi infatti, ritenevano che fosse un ricercatore dalle strane idee che rischiavano di vanificare tutti i progressi fatti fino ad allora. Erano gli anni della rigida morale vittoriana, e le scienze umane erano fortemente impregnate di pregiudizi: le sue teorie venivano considerate assurde, tuttavia a lui si riconosce il merito di aver indagato meglio di chiunque altro i profondi misteri dell'animo umano. Come tutti gli uomini di genio, anche Freud aveva delle stranezze, e come tutti i grandi che hanno attraversato il Novecento, anche lui ha dato un contributo unico al progredire della nostra cultura. A 160 anni dalla nascita del padre della psicanalisi, ecco 5 curiosità per conoscere meglio Sigmund Freud.

1. Le sue fobie

Sigmund Freud ha rivoluzionato la psicanalisi, studiando alcuni “casi clinici” divenuti famosissimi: quello di Anna O, idrofoba, o del piccolo Hans, spaventato a morte dai cavalli, sono solo alcuni. Ma anche Freud, come tutti gli uomini, aveva delle paure inspiegabili: si racconta che fosse spaventato a morte del numero 62. Non alloggiava mai in una stanza d’hotel che avesse questo numero, e fuggiva ogni volta che lo incontrava. Ma questa non era l’unica delle curiose fobie del primo psicoanalista della storia: era anche terrorizzato dalle felci.

2. Il carteggio con Einstein

Nel dicembre del 1926 Freud conobbe Albert Einstein, mentre si trovava a Berlino. “È vivace, sicuro di sé, piacevole. Di psicologia ne capisce quanto me di fisica, tanto che abbiamo avuto una conversazione molto scherzosa", raccontò lo psicanalista dopo il loro incontro. Dal canto suo Einstein, almeno in un primo momento, non era molto convinto degli studi di Freud che in quegli anni iniziavano a fare il giro d'Europa: nella famosa biografia scritta da Roger Highfield si racconta come il famoso fisico abbia definito i suoi metodi dubbi, se non fraudolenti.

Nonostante questo, dell'intenso rapporto intellettuale fra i due ci resta un interessantissima testimonianza: “Perché la guerra?”, opera pubblicata nel 1933 e nata da un'iniziativa del Comitato sull'Arte e Letteratura della Lega delle Nazioni, che due anni prima aveva proposto ai più noti intellettuali dell'epoca di iniziare una corrispondenza epistolare su diversi temi. Scriveva Freud:

Quanto dovremo aspettare perché anche gli altri diventino pacifisti?  Non si può dirlo, ma forse non è una speranza utopistico che l'influsso di due fattori – un atteggiamento più civile e il giustificato timore degli effetti di una guerra futura – ponga fine alle guerre in un prossimo avvenire.  Per quali vie dirette o traverse non possiamo indovinarlo.  Nel frattempo possiamo dirci: tutto ciò che promuove l'evoluzione civile lavora anche contro la guerra.

3. Gli esperimenti con la cocaina

Negli anni Ottanta dell'Ottocento Freud inizia a lavorare presso l'Ospedale Generale di Vienna, trattando i pazienti affetti da turbe neurologiche. Mentre lavorava in questo ospedale, nel 1884, Freud cominciò gli studi sulla cocaina, sostanza allora pressoché sconosciuta. Sigmund aveva scoperto che la cocaina veniva utilizzata dalle popolazioni native americane come una sorta di analgesico, e iniziò a sperimentarla su se stesso: non rintracciando effetti collaterali rilevanti, la utilizzò in alternativa alla morfina per curare un suo caro amico, Ernst Fleischl, divenuto morfinomane in seguito ad una lunga terapia del dolore. Purtroppo però, il paziente sviluppò una forte dipendenza anche da questa sostanza, molto più pericolosa della morfina, e l'incidente fece scoppiare un caso che lo costrinse ad abbandonare i suoi esperimenti.

4. Il primo sogno di Freud

“Il sogno in fondo altro non è se non una forma particolare del nostro pensiero, resa possibile dalle condizioni dello stato di sonno”: si usa datare la nascita della psicoanalisi con la prima interpretazione di un sogno descritta da Freud, riportato anche ne L'interpretazione dei sogni come "il sogno dell'iniezione di Irma". Questo sogno in realtà era stato fatto dallo stesso Freud nella notte tra il 23 e il 24 luglio 1895.

5. Il caso di Gustav Mahler

In realtà non fu mai un vero e proprio paziente, ma anche il famoso compositore austriaco Gustav Mahler ebbe modo di “incontrare” la psicanalisi di Freud. Nel 1910 Mahler, dopo aver scoperto il tradimento della moglie, si rivolse allo psicanalista: i due si incontrarono una sola volta, quindi non ci fu modo per Freud di sviluppare una vera e propria diagnosi.

Freud, durante l'incontro seppe da Mahler che egli chiamava a volte la moglie Alma col nome della propria madre Marie, e quindi formulò l'ipotesi (non la diagnosi) che Mahler fosse affetto dal cosiddetto "complesso della Vergine Maria". Freud stesso, molto tempo dopo, ricordò l'episodio dichiarando: “Ebbi la possibilità di ammirare le capacità di penetrazione psicologica di quell'uomo di genio. Nessuna luce illuminò ad un certo punto i sintomi della sua nevrosi ossessiva. Era come scavare con un bastoncino in un edificio misterioso”.

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