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Crisi Usa-Corea, la replica dopo le parole di Trump: “C’è piano per colpire base a Guam”

La Corea del Nord starebbe “considerando” un piano per colpire il territorio statunitense di Guam. Lo riportano i media internazionali citando fonti militari di Pyongyang: “Manca solo l’ordine del leader Kim Jong-un”.
A cura di Susanna Picone
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“Se la Corea del Nord continuerà con l'escalation della minaccia nucleare la risposta americana sarà fuoco e furia, come il mondo non ha mai visto”, è quanto ha detto il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Dichiarazioni arrivate dopo le ultime informazioni secondo cui la Corea del Nord sarebbe riuscita a produrre con successo una testata nucleare miniaturizzata, entrando in una nuova fase del suo programma atomico. Dopo le parole del Presidente è arrivata la “replica” di Pyongyang. Secondo quanto riportano i media internazionali citando fonti militari della Corea del Nord, il Paese starebbe “considerando” un piano per colpire il territorio statunitense di Guam. L’attacco potrebbe essere condotto in qualsiasi momento una volta approvato dal leader Kim Jong-un. Il regime “sta al momento esaminando con attenzione i piani operativi per avvolgere in una palla di fuoco l'area di Guam con un missile balistico a medio raggio Hwasong-12”, è quanto riferisce l'agenzia ufficiale Kcna, sottolineando che gli Stati Uniti dovrebbero interrompere la loro “sconvolgente provocazione militare” contro la Corea del Nord affinché Pyongyang “non sia costretta a fare una scelta militare inevitabile”.

La minaccia della Corea del Nord di colpire la base Usa nel Pacifico giunge qualche ora dopo le dichiarazioni di Trump, tuttavia non è chiaro se si tratti di una risposta diretta alle parole del presidente americano. Alcuni media tra cui la Cnn e la Fox citano un comunicato diffuso dall'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna (non è chiaro se prima o dopo l'intervento di Trump) in cui un portavoce dell'esercito nordcoreano menziona recenti manovre militari Usa che “possono provocare un pericoloso conflitto”.

Intanto, oltre ai problemi con la Corea del Nord, negli Stati Uniti Trump deve fare i conti anche con le critiche che arrivano dal senatore repubblicano John McCain, che è tornato a contestare il Presidente americano proprio sulla minaccia di “fuoco e furia” perché ritiene che non aiuti a stemperare le tensioni. “Obietto alle parole del presidente, perché bisogna essere sicuri si possa fare quanto si dice”, ha spiegato il senatore McCain.

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