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Chi è Carlo Cottarelli, l’ex commissario alla Spending Review che potrebbe diventare premier

Il professor Carlo Cottarelli è stato convocato al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e tra poco riceverà un mandato esplorativo per l’avvio di un governo tecnico che traghetti il Paese alle prossime elezioni e rimanga in carica almeno fino all’approvazione della legge di stabilità, ovvero almeno fino al dicembre 2018. Ma chi è Carlo Cottarelli?
A cura di Charlotte Matteini
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Il presidente Mattarella, nel tentativo di risolvere la gravissima crisi istituzionale che si è ufficialmente formalizzata nella serata di domenica 27  maggio con la rinuncia all'incarico da parte del professor Giuseppe Conte, ha deciso di convocare l'economista Carlo Cottarelli per conferirgli un incarico esplorativo. Lo scopo? Avviare un esecutivo tecnico, o "del presidente" che dir si voglia, che traghetti il Paese a nuove elezioni politiche, idealmente da convocare per la primavera del 2019, in concomitanza con le Europee.

Il nome di Carlo Cottarelli non è certo nuovo alle cronache politiche. L'economista, infatti, nel 2014 venne nominato commissario alla Spending Review dall'allora presidente del Consiglio Enrico Letta e si occupò di elaborare un documento di analisi del bilancio pubblico volto a evidenziare tutti i possibili tagli alla spesa pubblica che il governo avrebbe potuto approntare per abbassare il debito pubblico e ridurre il rapporto debito-Pil. Il documento, consegnato da Cottarelli dopo mesi di studi, prevedeva tagli per circa 32 miliardi di euro lordi ma non venne però mai preso seriamente in considerazione da Matteo Renzi, divenuto presidente del Consiglio, e l'economista rese dunque le dimissioni e tornò al Fondo Monetario Internazionale. Da quel momento, però, Carlo Cottarelli è divenuto noto al grande pubblico con il soprannome di "Mr. Spending Review".

Cremonese, classe 1954, Carlo Cottarelli è un economista italiano, laureato in Scienze Economiche e Bancarie all'Università di Siena e in possesso di un prestigioso master in Economia alla London School of Economics. La sua carriera professionale è iniziata nel 1981 nel Servizio Studi della Banca d'Italia ed è in seguito proseguita in Eni, nell'ambito del Dipartimento monetario e settore finanziario. Nel 1988 ha iniziato a lavorare per il Fondo Monetario Internazionale presso i dipartimenti Europeo, del quale è stato vicepresidente; Monetario e dei capitali; Strategia, Politica e Revisione; e infine Affari Fiscali. Negli anni 2000 è divenito Senior Advisor nel Dipartimento Europeo e responsabile della supervisione della attività del Fondo Monetario Internazionale di una decina di Paesi, nonché capo Delegazione per l'Italia e per il Regno Unito. Dal novembre 2008 al 2013 ha assunto l'incarico di Direttore del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale per poi assumere, come anticipato, l'incarico di Commissario alla Spending Review per volere dell'allora premier Letta. L'anno successivo, nel novembre 2014, è divenuto direttore esecutivo del FMI su nomina del governo Renzi e ha lasciato l'incarico di commissario. Dal 30 ottobre 2017 è il Direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, istituzione che si occupa di analizzare lo stato di salute del bilancio del Belpaese.

Durante la campagna elettorale, il nome di Cottarelli era salito nuovamente agli onori delle cronache perché indicato da Silvio Berlusconi come papabile premier della coalizione di centrodestra. Cottarelli può essere definito un economista di stampo liberale nonché un fervente sostenitore del progetto "Unione europea" e delle politiche di contenimento del debito pubblico. In una recente intervista concessa a Fanpage.it, spiegava: "Far parte del governo è sempre un onore per un italiano, ma questo è un programma (quello redatto da Lega e M5S, ndr) che dice che per crescere di più l'Italia deve fare più deficit e secondo me va nella direzione sbagliata. Ci sono anche nelle cose positive in questo programma, non è tutto da buttar via – si parla di lotta alla burocrazia, di semplificazione, di lotta alla corruzione – però ci sono tante cose che io non mi sentirei di realizzare".

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