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Le consultazioni per il nuovo governo

Intervista a Cottarelli: “Programma M5s-Lega è irrealizzabile. Spending review? Poco o nulla”

A poche ore dalla presentazione ufficiale del programma Lega-M5S al Quirinale, Fanpage.it avevaintervistato l’ex commissario alla Spending review, Carlo Cottarelli, il professore che potrebbe diventare il nuovo presidente del Consiglio e che domani salirà al Colle per ricevere il mandato esplorativo per formare il cosiddetto “governo del presidente”.
A cura di Charlotte Matteini
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Le consultazioni per il nuovo governo

Le trattative per approntare il programma di governo erano ormai terminate e le delegazioni del Movimento 5 Stelle e della Lega si apprestavano a salire al Quirinale per presentare al presidente della Repubblica il testo definitivo contenente tutte le misure che l' esecutivo "giallo-blu" aveva in mente di varare nel corso della legislatura. Dalla Flat Tax al reddito di cittadinanza, passando per il superamento della Legge Fornero, il programma Lega-M5S conteneva numerose misure "espansive" molto costose e nel corso di questi ultimi giorni si è molto discusso della pressoché totale assenza di reali coperture economiche a sostegno di queste riforme.

Come calcolato dall'Osservatorio sui conti pubblici diretto dell'ex commissario alla Spending review, Carlo Cottarelli, il programma proposto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega costerebbe tra i 108 e i 125 miliardi di euro a fronte di coperture economiche pari a 500 milioni di euro individuate dai due contraenti. L'analisi effettuata dall'Osservatorio dei conti pubblici è stata immediatamente criticata dal Movimento 5 Stelle, che ha rispedito al mittente le critiche e definito il lavoro del professor Cottarelli "terrorismo da coperture economiche". Proprio in merito ai costi del programma M5S-Lega, Fanpage.it aveva intervistato l'ex commissario alla Spending review, il professore che ora potrebbe diventare il nuovo presidente del Consiglio italiano e che domani salirà al Colle per ricevere l'incarico esplorativo.

Professor Cottarelli, lei ha calcolato che il programma di governo presentato da M5S e Lega costerebbe tra i 108 e i 125 miliardi di euro a fronte di coperture economiche inesistenti. Il Movimento 5 Stelle ha criticato la sua analisi definendola "terrorismo da coperture economiche" e ha dichiarato che le risorse ci sarebbero eccome, sottolineando di aver preso a modello anche la sua spending review. Come replica?

Per dare una proporzione all'entità delle risorse da trovare, posso dire che 110 miliardi di euro sono l'intera cifra che l'Italia spende in sanità, mentre la spesa per la pubblica istruzione tutta, compresa l'università, è pari a 66 miliardi. Quindi, per rispondere, si potrebbe finanziare questo programma eliminando completamente la sanità pubblica, oppure eliminando completamente la spesa per l'istruzione riusciremmo a finanziarne solo metà, un po' improbabile. Si parla di cifre molto grosse, io nella mia spending review avevo proposto risparmi per 32 miliardi di euro lordi, un po' meno al netto delle tasse. Questo programma potrebbe riuscire a finanziarsi in un solo modo, ovvero se questa nuova impostazione di politica economica producesse un forte aumento del Pil, quindi un forte aumento di entrate, una crescita al 4-5% annuo, ai livelli della Cina. Anche una forte riduzione dell'evasione fiscale prodotta dall'abbassamento delle tasse potrebbe portare risorse nelle casse dello Stato. Se questi aumenti dovessero verificarsi, allora bene, però vorrei ricordare che le risorse prodotte dalla crescita dovrebbero essere utilizzate per ridurre il debito pubblico, non soltanto tramite l'effetto denominatore del rapporto debito-Pil, ma anche riducendo per lo meno la crescita di questo debito.

In queste settimane lo spread ha ripreso a crescere e al momento è tornato a quota 175 punti. Dovesse continuare ad aumentare, raggiungendo magari i livelli del 2011, avremmo ancora meno risorse a disposizione 

Dovessimo tornare a uno scenario in cui lo spread va a 400-500 punti, dovremmo preoccuparci di ben altro che le fonti di copertura. In quel caso, avremmo preoccupazioni molto più serie. Però, guardi, rispetto al programma c'è un altro fatto…

Quale?

Se io guardo questo programma, trovo delle misure contrarie a quelle che io invece avevo individuato da commissario alla spending review. Le faccio un esempio: si propone di aumentare il numero di poliziotti e di carabinieri, quando io nel mio studio proponevo invece una riduzione perché in termini numerici, di proporzione tra forze di polizia e popolazione, l'Italia è ben al di sopra della media europea, siamo intorno al sesto-ottavo posto. Altro esempio: la chiusura dei piccoli tribunali, quando nel programma si propone la riapertura di questi piccoli tribunali. Quindi mi dovrebbero spiegare dove sono esattamente questi risparmi di spesa che dicono di voler fare. A parte i risparmi sull'acquisto di beni e servizi -dove qualcosa ancora si può fare, ma in questo caso si parla di cifre piccole, intorno ai 2-3 miliardi, 4 forse nel giro di 5 anni – qui si parla di coperture per 110-120 miliardi. Anche se la cosa fosse fatta gradualmente, tutte queste misure non potrebbero comunque introdurle.

Quindi non basterebbe una intera legislatura?

No, secondo me è impossibile trovare oltre 100 miliardi in una sola legislatura. A meno che, come dicevo prima, non ci sia una crescita spettacolare e noi diventiamo la Cina e cresciamo al 4-5% annuo.

Per quanto riguarda la Flat Tax a doppia aliquota, il Movimento 5 Stelle sostiene di volerla finanziare attraverso l'eliminazione totale delle tax expenditure. Non crede che questa impostazione andrebbe a gravare soprattutto su chi ha redditi bassi?

Guardi, questo tipo di copertura posso dirle che nel nuovo contratto non c'è. C'era nel programma elettorale del centrodestra, ma nel nuovo contratto M5S-Lega non c'è scritto da nessuna parte né hanno indicato quali tax espenditure vorrebbero eliminare. In questo caso, dovremmo andare a vedere chi beneficia principalmente di queste deduzioni e detrazioni che verrebbero eliminate, allora potremmo capire l'impatto sui redditi minori. Quel che è certo è che i ricchi guadagnerebbero di più dalla flat tax.

Nel programma troviamo anche il superamento della Legge Fornero, grande cavallo di battaglia di Matteo Salvini, e l'introduzione di una pensione di cittadinanza da 780 euro al mese. Da questo punto di vista, si torna a spendere senza tenere conto del fatto che l'aumento della spesa pensionistica andrà a gravare, di nuovo, sulle spalle delle generazioni che verranno, andando ad aggravare ulteriormente un problema che l'Italia si porta dietro da almeno 30 anni

Sì, certo. Bisogna capire in che modo andranno a superare la legge Fornero, noi abbiamo stimato che la cosiddetta "quota 100" costerebbe all'incirca 8-9 miliardi di euro all'anno netti, in più ci sarebbe l'aumento delle pensioni minime, però ovviamente questo tipo di riforma andrebbe a gravare sulle spalle delle generazioni future e su chi paga le tasse e i contributi.

Leggendo il programma di governo, i giovani non sono affatto centrali ma anzi vengono raramente nominati

A parte il reddito di cittadinanza, che è una misura dedicata principalmente ai giovani del Sud. Però in questo modo rischiamo di creare una comunità di persone che per un po' va avanti con 780 euro al mese, perché magari abitano con i genitori oppure risultano vivere da soli solo perché hanno cambiato la residenza per uscire dal nucleo famigliare ma continuano a vivere in famiglia. E poi, anche in relazione alla durata del reddito di cittadinana, nel contratto non c'è scritto che durerà solo due anni, ma si legge che uno può rifiutare tre offerte di lavoro in due anni, però da com'è scritto si capisce che una persona una volta trascorsi i due anni può chiederlo nuovamente.

Anche perché la proposta prevede che i lavori offerti debbano essere congrui al percorso di studi del candidato

Eh, alla fine io me ne sto a casa, non cerco un lavoro e aspetto che lo Stato me ne trovi uno.

Secondo lei, il presidente Mattarella come reagirà? Il capo dello Stato deve comunque garantire il rispetto della Costituzione e dei trattati internazionali ratificati dall'Italia

Guardi, nel programma io non ho trovato niente di palesemente incostituzionale e credo che il presidente dovrà procedere a dare l'incarico a questo governo. Non sarebbe giusto bloccare la formazione di questo governo, hanno la maggioranza in Parlamento.

Tra le misure proposte da Lega e Movimento 5 Stelle c'è la cosiddetta "pace fiscale". Cosa ne pensa? Non crede sia deresponsabilizzante per il cittadino?

Questa pace fiscale è un altro condono ed è assolutamente deresponsabilizzante. In quanto condono, e noi in passato ne abbiamo già fatti molti, premia semplicemente chi non ha pagato le tasse.

Secondo lei, quali sarebbero le misure più urgenti per l'Italia?

Io credo sarebbe necessario mettere a posto i conti e dunque far scendere il rapporto tra debito pubblico e Pil a una velocità adeguata, il che richiede prima di tutto chiudere i rubinetti affinché si raggiunga il pareggio di bilancio. Ovviamente non va fatto tutto in un anno, si può fare gradualmente. Per fare questo non è necessario alcun taglio, siamo in crescita e quindi le entrate aumentano, anche se non di molto, dunque basterebbe congelare la spesa in termini reali, al netto dell'inflazione. In questo modo, in tre anni potremmo raggiungere il pareggio di bilancio. Non è complicatissimo, ma non si può fare se si continuano a proporre nuovi tagli di tasse e aumenti di spesa.

Diciamo però che questo programma non ha un grande appeal a livello elettorale

Questo è esattamente il motivo per cui io, in piccolo, sto cercando di fare il predicatore televisivo nel tentativo di influenzare l'opinione pubblica. Il problema è che quando i tassi di interesse sono bassi, al debito pubblico non ci si pensa. Noi italiani però dovremmo essere un po' più lungimiranti e pensare che prima o poi i tassi aumenteranno e potremmo tornare in una situazione tipo quella del 2011, perché il nostro debito è troppo alto. Noi paghiamo ancora adesso le conseguenze di quella crisi, i disoccupati che abbiamo ancora adesso sono figli di quella crisi economica e non dell'austerità come molti vogliono far credere. Monti è stato chiamato quando l'Italia era già in crisi, non prima.

Il Nord Italia ha ripreso a crescere, mentre invece il Sud arranca

Il Nord però dovrebbe crescere di più, molto di più.

Per trainare il Paese?

Sì, per trainare tutto il resto.

Durante la campagna elettorale, il centrodestra la propose come candidato premier. Se Salvini le avesse proposto la premiership ora, con questo programma, avrebbe accettato?

No, una persona deve credere nelle cose che fa. Far parte del governo è sempre un onore per un italiano, ma questo è un programma che dice che per crescere di più l'Italia deve fare più deficit e secondo me va nella direzione sbagliata. Ci sono anche nelle cose positive in questo programma, non è tutto da buttar via – si parla di lotta alla burocrazia, di semplificazione, di lotta alla corruzione – però ci sono tante cose che io non mi sentirei di realizzare.

 
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