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Cesare Tavella, il cooperante italiano ucciso in Bangladesh doveva insegnare ai contadini

L’uomo lavorava per un’agenzia di aiuti internazionale per insegnare ai contadini locali i segreti della coltivazione e dell’allevamento.
A cura di Antonio Palma
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Si chiamava Cesare Tavella il cooperante italiano ucciso ieri nel quartiere diplomatico di Dacca, capitale del Bangladesh. Romagnolo di origine, separato e con figli, il 51enne da tempo aveva intrapreso l'esperienza della cooperazione internazionale viaggiando in tutto il mondo per insegnare agli altri il suo mestiere: quello di veterinario agricoltore. Prima di arrivare in Bangladesh lo aveva già fatto anche in altri Paesi in Africa e Asia coniugando la sua esperienza con la sua passione e la voglia di dare una mano agli altri. "Il mio tempo qui è troppo breve per non provare e godere quanto possibile in modo sano e positivo", scriveva sul web Cesare Tavella spiegando la sua filosofia di vita. A Dacca era arrivato poco dopo ferragosto come project manager di un programma quadriennale di aiuti alimentari denominato Proofs  per conto di una società di cooperazione olandese. Anche in Bangladesh il suo compito era quello di insegnare i segreti della coltivazione e dell'allevamento ai contadini e agli allevatori locali.

Prima di arrivare nel Paese era passato a Casola Valsenio, in provincia di Ravenna, dove vivono i suoi genitori e dove aveva acquistato un podere con mille sacrifici e la speranza di poter vivere coi proventi del terreno comperato coltivando frutta. Un sogno però spezzato dai terroristi che lo hanno crivellato di colpi in strada ritenendolo un obiettivo pericoloso. Cordoglio ai familiari de Cesare Tavella è stato espresso a nome del governo italiano dal ministro degli esteri Paolo Gentiloni. Lo stesso Ministro ha spiegato che la Farnesina "sta lavorando per verificare l'attendibilità della rivendicazione di Daesh in collaborazione con le autorità locali che in un primo tempo avevano attribuito la responsabilità dell'omicidio alla criminalità comune".

L'autopsia sul corpo di Cesare Tavella

Intanto l'autopsia sul corpo del cooperante italiano rivela che è stato ucciso con tre colpi d’arma da fuoco sparati da dietro e da distanza ravvicinata. "Uno dei proiettili ha colpito la mano sinistra perforandola. È stato colpito poi due volte alla schiena. Uno dei proiettili è uscito attraverso il petto e l’altro è rimasto nel corpo" ha precisato il medico legale secondo quanto riporta il portale di notizie BdNews24. Sui motivi dell’agguato resta però ancora incertezza. Il ministro degli Interni del Pakistan, Asaduzzaman Khan Kamal, ha sottolineato che il coinvolgimento dell’Isis non è stato confermato. "È un assassinio apparentemente pianificato. La polizia indagherà anche per capire se si tratta di un piano per destabilizzare il paese" ha dichiarato il ministro tendendo ad escludere la pista dell'Isis .

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