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Casellati: “No al ritorno alle urne, pronta a incarico se Mattarella lo chiedesse”

La Presidente del Senato fa capire di poter essere disponibile a ricevere l’incarico nel caso in cui la crisi proseguisse, ma aggiunge: “Non si può escludere Berlusconi”.
A cura di Redazione
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Dopo il nulla di fatto del secondo giro di consultazioni, il Presidente della Repubblica ha fatto capire di voler concedere ancora qualche giorno di riflessione ai leader politici, per poi prendere in mano la situazione e disegnare una via di uscita dalla crisi determinatasi con il risultato delle elezioni del 4 marzo. Una delle opzioni è la carta istituzionale, con l'incarico conferito ad esempio al Presidente del Senato su "chiara indicazione" del Capo dello Stato. Dell'ipotesi ha parlato la Presidente Casellati nel corso di una lunga intervista a Maria Latella per SkyTg24, durante la quale ha toccato tutti i temi all'ordine del giorno.

"Preferirei una soluzione diversa perché vorrebbe dire che i partiti non sono riusciti a trovare punti di convergenza per formare un nuovo governo", ha spiegato Casellati circa la possibilità di ricevere l'incarico dalle mani di Mattarella, aggiungendo però: "Se fossi chiamata a compiere questo passo sarebbe difficile dire di no". Un incarico che dovrebbe essere sostenuto da un fronte molto ampio, dal momento che Casellati non ritiene possibile soluzioni diverse, soprattutto se si intende svolgere un ruolo super partes. C'è spazio però per una considerazione di merito sulle polemiche fra M5s e centrodestra che ruotano intorno alla figura di Silvio Berlusconi: "Porre veti e emarginare una personalità che ha campeggiato nella vita politica e economica degli ultimi 20 anni non sarebbe possibile, sarebbe un ferita alla nostra politica non mettere allo stesso livello tutti gli interlocutori. Mettersi tutti attorno a un tavolo significa assunzione di responsabilità e questo dobbiamo al nostro Paese".

Resta da escludere, invece, la possibilità di tornare alle urne in tempi brevi, dal momento che "non cambierebbe nulla" e anche "i mercati che sono stati insolitamente calmi finora potrebbero dare segnali negativi". Inoltre "la crisi in Siria impone una accelerazione ma è soprattutto la situazione di stallo di un Paese in sofferenza a rendere indispensabile la formazione di un nuovo governo al più presto", che dunque scongiuri il salto nel buio del nuovo ritorno alle urne.

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