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Carcere per chi contesta i comizi degli altri. Il progetto di legge del PdL

Dopo i disordini a Brescia, il Popolo della Libertà prepara un ddl quantomeno discutibile: carcere per chi organizza manifestazioni di dissenso in occasione dei comizi in piazza. Vietata anche la distribuzione di volantini di diverso orientamento politico.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo gli scontri in piazza a Brescia, che hanno costretto Berlusconi ad annullare tutte le partecipazioni a comizi futuri "per la mia incolumità personale" (diceva ieri l'ex premier spiegando via telefono perché non ha partecipato di persona, come previsto, a un comizio ad Aosta in vista delle elezioni regionali del 26 maggio) il Popolo della Libertà ha iniziato a lavorare ad un progetto di legge per punire chi disturba le manifestazioni politiche. E le sanzioni sono serie: si arriva addirittura al carcere. Lo prevede una bozza che circola in queste ore alla Camera. Si tratta di un ddl messo a punto dall'onorevole Ignazio Abrignani, al vaglio del capogruppo Renato Brunetta. L'idea è introdurre diverse forme di sanzioni a chi disturbi qualsiasi appuntamento politico, non solo elettorale.

Sanzioni per chi disturba i comizi – Nello specifico, l'intenzione è estendere le norme che già esistono per le elezioni. Si va dal divieto di distribuire volantini di diverso orientamento politico durante i raduni alle proteste più accese, come quelle che hanno infiammato la piazza di Brescia due settimane or sono. L'artefice è Brunetta che all'indomani delle tensioni di Brescia scriveva su Il Giornale: "Se non si interviene subito, il virus delle contestazioni sistematiche sarà legittimato e diverrà endemico, così da indurre a rinunciare a incontri pubblici di chi è sgradito a qualcuno". Una teoria condivisa anche da Abrignan che, per difendersi dalle accuse di volere azzerare il dissenso, afferma: "Si tratta di garantire la libertà di manifestare, garantita dalla Costituzione". E dunque, in tal senso, si da vita ad una legge che preveda la galera per chi manifesta contro qualcun'altro. E un'idea "folle" secondo Ettore Rosato del PD. "Gli strumenti per sanzionare o reprimere le violenze – ha sostenuto l'ex sottosegretario – già ci sono. La proposta annunciata da Abrignani intende dettate le norme per controllare ogni espressione popolare. È sconcertante".

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