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Caporale morto in caserma: Tony fu massacrato a badilate. Indagati i compagni

Per i periti del gip la morte di Tony Drago, trovato cadavere nella Caserma Sabatini di Roma nel 2014, è omicidio. A tre anni dall’apertura dell’inchiesta che vede indagati otto commilitoni del caporale 25enne, i consulenti hanno riconosciuto che il giovane non suicidò. Secondo gli avvocati di parte civile fu vittima di nonnismo.
A cura di Angela Marino
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La morte del caporale dei Lancieri di Montebello Tony Drago, 25 anni, trovato a faccia in giù nel piazzale della Caserma Sabatini la mattina del 6 luglio 2014, è un omicidio. È quanto emerge dalla prima udienza preliminare per la morte del giovane militare siciliano. Secondo i consulenti tecnici della famiglia Drago, l'ingegnere, Grazia la Cava e l'anatomopatologo Orazio Lo Cascio, il militare non è mai saltato dalla finestra del dormitorio. Tali conclusioni sono state confermate nel corso dell'udienza anche dai consulenti nominati dal gip di Roma, Angela Gerardi. "Tony – hanno spiegato i consulenti di parte civile – ha subito un enfisema polmonare al termine di una lunga sofferenza respiratoria, trauma incompatibile con la ricostruzione di una precipitazione ipotizzata dai periti nominati dal gip".

L'ipotesi dell'avvocato della della mamma di Tony, Dario Riccioli, è che il ragazzo sia stato vittima di un grave episodio di nonnismo. Alcuni fra i suoi commilitoni lo avrebbero picchiato a morte e poi avrebbero spostato il corpo senza vita del caporale – pesante circa 100 chili – sul pavimento antistante il dormitorio, per simulare un suicidio. Proprio la posizione del cadavere, trovato a faccia in giù, con le gambe distese e composte è apparsa sin da subito ai legali di parte civile la prima incongruenza di un'ipotesi di precipitazione, che dopo i fatti hanno potuto esaminare le foto della scena del ritrovamento. Il corpo presentava, inoltre, vistose ferite sulla schiena compatibili con dei colpi inferti con un oggetto dalla superficie ampia, che non ha lasciato segni, presumibilmente un badile, con cui gli aggressori lo hanno colpito alla testa e su altre parti del corpo. Si attende ora di conoscere la decisione del giudice, Angela Gerardi, che potrebbe decidere di archiviare la richiesta di indagini o procedere rinviando a giudizio gli indagati. I nomi – citati da Ilario Filippone su ‘Il Messaggero' – sono quelli del colonnello Paolo Lorenzi, comandante del distaccamento dei Lancieri di Montebello, Giampaolo Torcigliani, Salvatore Adragna, che riferisce di aver trovato il corpo, Paolo Esposito, Giuseppe Zarbano, Daniele Marino, Roberto Cucuzza e Simone Lampis.

I fatti risalgono al 6 luglio del 2014, quando il giovane militare fu trovato cadavere all’interno della caserma dei Lancieri di Montebello di Roma. La madre di Tony, residente in Sicilia, la terra natale di Tony, fu avvertita telefonicamente della morte del figlio. Riavutasi dallo choc, negò immediatamente che potesse trattarsi di suicidio, come ipotizzava l'inchiesta in capo alla Procura di Roma, nella quale finirono otto militari d'istanza nella caserma, tra cui anche il comandante. I funerali si tennero con tutti gli onori militari l'11 luglio 2014, quando il corpo di Tony fu restituito alla famiglia dopo gli esami medico legali. Per oltre due anni non fu aperta alcuna inchiesta da parte della Procura militare, mentre i genitori di Tony furono risarciti per la tragedia avvenuta sotto la giurisdizione militare, con la cifra di 25mila euro. Solo di recente il procuratore miliare Marco De Paolis ha avviato un'indagine interna.

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