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Torino, è morta la donna schiacciata in piazza: Erika aveva 38 anni. Donati gli organi

La donna, originaria di Domodossola, era ricoverata dal 3 giugno. I genitori hanno espresso volontà di donare gli organi. Il sindaco Chiara Appendino ha dichiarato il lutto cittadino.
A cura di Susanna Picone
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Alla fine Erika Pioletti se ne è andata. Lei era una delle due donne rimaste gravemente ferite la sera del 3 giugno a Torino mentre si trovava in piazza San Carlo per la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. La donna di Domodossola, trentotto anni, era ricoverata all'ospedale San Giovanni Bosco del capoluogo piemontese dalla sera del 3 giugno, quando nella calca della piazza ha avuto un infarto da schiacciamento. Erika era lì a guardare la partita insieme al fidanzato quando, travolta dalla gente in fuga, ha avuto un arresto cardiaco a causa della compressione della cassa toracica, tra la folla che la schiacciava e un muro della piazza. I suoi genitori, che da quella sera non hanno mai lasciato sola la figlia, hanno espresso la volontà di donare gli organi.

La sindaca Chiara Appendino ha annunciato il lutto cittadino: "In un momento di così profondo dolore, ogni parola sarebbe superflua. Posso solo esprimere le più sincere condoglianze mie e di tutta la Città a famigliari e amici di Erika. Per il giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino".

Il piccolo Kelvin è tornato a casa dopo dieci giorni in ospedale – Tra le persone rimaste ferite la sera della finale di Champions League Erika era sicuramente quella più grave. Si è fortunatamente ripreso invece il piccolo Kelvin, il bambino cinese di 7 anni ha infatti lasciato nei giorni scorsi il reparto di Chirugia dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino assieme ai suoi genitori. Il piccolo, che per due giorni era rimasto in coma a causa di un grave trauma toracico, è tornato nella sua abitazione di Moncalieri, comune alle porte di Torino. “Sto aggiustando la televisione con il papà. Devo stare per un po' a casa, così posso vedere i film che mi piacciono”, ha detto il bambino. “Sono contento di essere di nuovo a casa, all'ospedale mi annoiavo un po' – ha ammesso ancora il piccolo al telefono -. Però una cosa che non dimenticherò mai è la telefonata di Dybala”. Il calciatore della Juventus lo ha chiamato nei giorni scorsi per fargli gli auguri di pronta guarigione.

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