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Cambiare l’Italicum? Il M5S non si fida: “Ci vogliono fregare”

Di Maio caustico sull’ipotesi di modifiche all’Italicum: “Tornino sulla terra e pensino a problemi del Paese”. E rispunta la mozione per blindare l’Italicum…
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La calendarizzazione della mozione di SI – SEL con la quale si chiede di rivedere alcuni aspetti dell’Italicum a forte rischio incostituzionalità ha inevitabilmente riaperto la discussione sulla possibilità di modifiche alla legge elettorale approvata in questa legislatura. Caso piuttosto curioso, la discussione si è riaperta alla vigilia dell’entrata in vigore della legge: come noto, infatti, l’Italicum fu approvato con una clausola di salvaguardia che ne posticipava l’entrata in vigore al primo luglio 2016.

Il PD, per bocca del capogruppo alla Camera Rosato, ha fatto sapere di non voler cambiare la legge elettorale e di non pensare a slittamenti ulteriori della sua entrata in vigore. “Le leggi elettorali non si fanno a misura delle campagne elettorali, si fanno su presupposti di neutralità”, ha spiegato Rosato al Corsera, aggiungendo poi: “Io penso che le priorità del Paese siano altre, semplificazione, lotta alla disoccupazione, lotta alla povertà”.

Il “benaltrismo” di Rosato, caso singolare, è essenzialmente condiviso da Luigi Di Maio, che in un post su Facebook riassume la posizione del Movimento 5 Stelle in merito alla possibilità di intervenire nuovamente sulla legge elettorale:

Linea sostanzialmente confermata da Alessandro Di Battista in un video su Facebook:

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La questione però è tutt'altro che archiviata. E non solo per gli eventuali profili di incostituzionalità evidenziati dalla mozione di SEL. in molti hanno fatto notare come, nel caso di una sconfitta al referendum costituzionale di ottobre, sia probabile che si vada al voto con una doppia legge elettorale: l'Italicum alla Camera e ciò che resta del Porcellum, emendato della parte "incostituzionale" al Senato. Una circostanza che potrebbe finanche produrre una doppia maggioranza nei due rami del Parlamento.

A queste perplessità, peraltro già note, si somma la preoccupazione di carattere "strategico – tattica" di parte del PD, convinta che il turno di ballottaggio favorisca inevitabilmente il Movimento 5 Stelle (che alle Comunali ha vinto in 19 casi su 20) o, in generale, le forze di rottura. Così, anche in considerazione dell'orientamento "favorevole" di Forza Italia e NCD a modifiche all'impianto della legge, c'è chi prefigura "agguati" in sede di discussione della mozione di Sel.

"Una trappola tesa a diminuire il rischio nel caso di sconfitta al referendum", dicono in casa 5 Stelle. Dove sono tutt'altro che sicuri che il Governo non pensi a modificare la legge elettorale. Del resto, ci ripetono, "perché non hanno approvato la nostra mozione in cui chiedevamo che l'Italicum non fosse toccato? Ci vogliono fregare, hanno il terrore di scontrarsi al ballottaggio con noi".

Il riferimento è a un ordine del giorno presentato a dicembre a firma Di Battista, Toninelli, D’Ambrosio, Cecconi, Cozzolino, Dadone, Dieni e Nuti, con il quale si intendeva impegnare il Governo “ad astenersi dall’adottare iniziative legislative recanti proposte di modifica della disciplina elettorale per l’elezione delle Camere una volta giunti all’approvazione della riforma costituzionale”. Allora la maggioranza respinse la proposta. Un segnale chiaro, secondo i 5 Stelle.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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