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Elezioni comunali 2019

Ballottaggio 2019: cos’è, come funziona e quando si vota

Il ballottaggio è un sistema utilizzato come secondo turno di una votazione per l’elezione diretta di alcune cariche. In Italia, in particolare, viene utilizzato per le elezioni comunali, quasi solamente per la scelta dei sindaci dei comuni con più di 15mila abitanti. Ecco come funziona il ballottaggio e come si vota al secondo turno.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo le elezioni europee e il primo turno delle elezioni comunali, si avvicina il 9 giugno: la data in cui si terrà il ballottaggio in tutti i comuni con più di 15mila abitanti in cui nessun candidato ha raggiunto almeno il 50% più uno dei voti. Uno spareggio che si terrà in molte città, da Campobasso ad Avellino, da Livorno a Ferrara, passando per Reggio Emilia e Potenza. Per completare il quadro delle elezioni comunali, comunque, si dovrà attendere la fine del mese: in Sardegna, infatti, si voterà per il primo turno a Cagliari e Sassari solamente il 26 giugno, con eventuale ballottaggio il 30.

Come funziona il ballottaggio

Il ballottaggio è una voto tra due (o in alcuni casi anche più) candidati e corrisponde alla seconda fase di un’elezione. In Italia si tiene solo in caso di elezioni comunali, quando nella prima votazione nessun candidato ha ottenuto la maggioranza prestabilita. Per le comunali questa soglia è solitamente del 50% più uno dei voti (nel caso dei comuni siciliani è del 40% più uno). Al ballottaggio vince, semplicemente, chi ottiene più voti. In caso di parità assoluta anche nel secondo turno viene eletto, solitamente, il candidato più anziano d’età. Si va al ballottaggio nei comuni sopra i 15mila abitanti in caso di mancata maggioranza assoluta al primo turno. Nei comuni sotto i 15mila abitanti, invece, si tiene il ballottaggio solo se due candidati nel primo turno hanno preso esattamente lo stesso numero di voti.

Cosa significa ballottaggio elettorale

Il ballottaggio, in politica, consiste in una sfida tra i candidati più votati al primo turno di una elezione, nel caso in cui nessuno abbia raggiunto la soglia di maggioranza prestabilita. In Italia è previsto per le elezioni comunali dal 1993, mentre non esiste, sulla base delle attuali leggi elettorali, in altri contesti. In Francia, invece, viene utilizzato per l’elezione del presidente della Repubblica.

La parola ballottaggio deriva dal francese ballotage, derivante a sua volta dall’italiano ballotta, nel senso di piccola palla o castagna. In particolare, in Italia il termine pare che derivi dal fiorentino ballotta, usato come sinonimo di castagna. A Firenze, durante il Medioevo, esisteva la Torre della Castagna, dove si riunivano i Priori delle Arti per prendere importanti decisioni. E per scegliere tra le varie opzioni votavano, durante lunghi conclavi, riponendo le castagne nei sacchetti che rappresentavano ognuno una possibilità. Le decisioni, quindi, venivano prese con queste ballotte. Altra ipotesi è quella che il termine derivi dal sistema elettorale utilizzato per il doge di Venezia, che veniva scelto con una serie di passaggi tra cui anche la nomina attraverso l’estrazione di balòte, sfere dorate e argentate, nella fase riguardante la scelta diretta degli elettori del doge, un metodo poi in parte ripreso negli Stati Uniti con il sistema dei grandi elettori.

Dopo quanti giorni avviene il ballottaggio

In Italia il ballottaggio si tiene solitamente a due settimane di distanza dal primo turno. Quindi esattamente 14 giorni dopo. Considerando che in Italia, da anni, si vota la domenica, solitamente il ballottaggio viene tenuto a due domeniche di distanza dal primo turno. In queste due settimane le liste possono anche apparentarsi di loro: una lista che non ha più candidati al secondo turno può decidere di sostenerne un altro con un accordo che deve essere sottoscritto da entrambe le liste. Gli apparentamenti devono essere comunicati entro una settimana dal primo turno.

Come si vota per il ballottaggio

La procedura di voto del ballottaggio è più semplice: sulla scheda ci saranno solo due candidati, senza tutta la parte riguardante i consiglieri comunali. Inoltre non è prevista la possibilità del voto disgiunto, al contrario di quanto avviene nel primo turno. Quindi l’elettore deve solamente porre una croce sul candidato scelto, sul suo nome. Votando invece una lista che sostiene il candidato, pur non essendo una procedura corretta, la preferenza va in ogni caso al candidato sostenuto da quella lista. Le preferenze alle liste nel ballottaggio sono comunque inutili. La scheda, per quanto riguarda le elezioni comunali, viene divisa a metà: in alto troviamo il rettangolo con il nome del candidato sindaco. Sotto ci sono tutte le liste che lo appoggiano, che possono essere di più rispetto a quelle del primo turno.

Come funziona il ballottaggio alle comunali

Il ballottaggio delle elezioni comunali si svolge solitamente con le stesse modalità del primo turno, anche per quanto riguarda gli orari: negli ultimi anni in Italia si è sempre votato in un’unica giornata, dalle 7 alle 23. Per quanto riguarda le elezioni comunali, nelle città con più di 15mila abitanti si va al ballottaggio quando nessun candidato, al primo turno, ottiene il 50% più uno dei voti. Soglia che per i comuni siciliani è del 40% più uno. Poi al ballottaggio vince semplicemente chi ottiene più voti. In caso di parità assoluta di voti viene eletto il candidato più anziano d’età. Il ballottaggio è stato introdotto nei comuni sopra i 15mila abitanti a partire dal 1993. Per i comuni sotto i 15mila abitanti, invece, si va al ballottaggio solo se i due candidati più votati hanno ottenuto lo stesso numero di voti.

Il ballottaggio e l’assegnazione dei seggi (Consiglio di Stato)

Questione più volte discussa in occasione di ballottaggi è quella dell’assegnazione dei seggi. Sul tema è stato il Consiglio di Stato, con due sentenze, a spiegare come funziona questo sistema. Le due sentenze stabiliscono che i seggi nelle elezioni amministrative si assegnano sulla base dei risultati ottenuti con il ballottaggio, laddove non ci sia stata un’elezione al primo turno. Non è quindi possibile ripartire i seggi solo sulla base dei voti delle liste e dei gruppi di liste del primo turno, ma si devono considerare anche i risultati del ballottaggio. Secondo il Consiglio di Stato, in sostanza, si deve tener conto del ballottaggio anche per la composizione dei consigli, perché il gruppo delle liste collegate al candidato vincente può avere diritto al premio di maggioranza.

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