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Vivono in 14 in una casa fatiscente, a Torino il condominio dei rider: “Guadagniamo 500 euro al mese”

Vivono in 14 in una casa fatiscente a Torino. Si tratta di rider che non possono permettersi un alloggio diverso: “Guadagniamo 550 euro al mese”.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Un condominio di cinque piani a Torino in cui vivono almeno 28 migranti, 14 dei quali in un solo appartamento, sito in corso Vigevano. Sono tutti rider: provengono da Afghanistan, Pakistan, India. Sui quattro letti a castello presenti in una delle camere della casa ci sono infatti gli zaini termici che usano, principalmente di sera, quando montano sulle bici per iniziare le consegne di cibo.

A raccontare la scoperta, fatta dagli agenti della polizia locale che ieri pomeriggio hanno ispezionato il condominio di corso Vigevano 61, è Massimiliano Peggio su laStampa, dove sottolinea le condizioni in cui sono costretti a vivere i 14 migranti: l'appartamento è senza gas perché l'impianto è stato piombato dai tecnici. La casa ha diverse stanze in cui si alternano per dormire i suoi inquilini che sui letti lasciano gli zaini e nelle camere le biciclette temendo che possano essere rubate in strada.

L'appartamento, stando a quanto si apprende, sarebbe intestato a Giorgio Molino, proprietario di innumerevoli immobili a Torino e piuttosto conosciuto. L'affitto, dicono gli inquilini, lo pagano in quattro: si tratta di 480 euro a persona. Il resto dei rider si appoggia in quella casa le cui condizioni sono visibilmente precarie tanto che c'è chi come Mohamed, 30 anni, afghano, è intenzionato ad andar via, ma non tutti possono permettersi un alloggio vero. “Qui nell'alloggio siamo tutti rider: il mio stipendio? – racconta uno degli intervistati – è di 550 euro al mese”.

“Qui non c'è riscaldamento, usiamo delle stufette e per scaldare l'acqua c'è un boiler acquistato da un altro inquilino anni fa – le parole di uno dei rider – un solo bagno per 14 persone”. I tecnici hanno dovuto chiudere l'impianto perché non è a normale, nonostante le sollecitazioni però la società del gas non ha fatto passi indietro: “Non possiamo farci niente, non potete restare in queste condizioni, è troppo rischioso”.

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