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Valanga nel Cuneese, muore un 23enne che era stato travolto

Una valanga nel Cuneese ha travolto e ucciso un ragazzo di 23 anni che aveva deciso di sciare insieme a un amico rimasto illeso. Dopo la valanga, il compagno del giovane Filippo aveva chiamato subito i soccorsi, ma nonostante la corsa in ospedale in elicottero, per lui non c’è stato nulla da fare. Si aggrava il bilancio delle vittime del weekend con la morte di un 46enne travolto da un’altra valanga nelle stesse zone.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Aveva 23 anni Filippo Calandri, il giovane morto nella notte all'ospedale di Cuneo dopo esser stato travolto da una valanga ad Acceglio, sulle Alpi cuneesi della Valle Maira. Filippo, originario di Bologna, faceva parte della Scuola di Applicazione dell'Esercito di Torino. Insieme a un compagno aveva deciso di sciare a 2.235 metri di quota sopra Acceglio quando una valanga li ha travolti. Filippo è stato portato via dall'eliambulanza del 118: quando la squadra di soccorsi e l'unità cinofila da valanga del Soccorso Alpino sono arrivate sul posto, il ragazzo era già quasi completamente disseppellito dalla neve grazie all'intervento dell'amico e di un gruppo di altri alpinisti in zona.

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Si aggrava quindi il bilancio degli incidenti del fine settimana in montagna dopo la morte di uno scialpinista 46enne avvenuta nella giornata di ieri dopo che una valanga nella stessa zona lo aveva travolto sabato. La seconda vittima è infatti Maurizio Olrandini, già maestro di sci e vicepresidente del Cai di Omegna. La valanga che lo ha travolto si è staccata a 2.800 metri di altezza, precipitando a valle per circa 150 metri. Il 46enne si trovava insieme a una comitiva di escursionisti che però non è stata travolta. Lo scialpinista era stato soccorso e ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale Molinette di Torino. Le sue condizioni sono sembrate da subito gravi ai medici, che in poco tempo hanno capito che nonostante gli sforzi, la situazione non sarebbe cambiata. I compagni avevano dato l'allarme ed è stato poi ritrovato grazie all'Arva. Quando lo hanno individuato, però, il 46enne era già in arresto cardiaco ed ipotermia.

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