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Ucciso di botte in strada per una sigaretta, il killer: “Avevo fumato crack, mi sono rovinato la vita”

Francesco Lo Manto, giovane di 19 anni, ha ammesso di aver ucciso a pugni il 56enne Augusto Bernardi in piazza della Vittoria a Torino. Alla base dell’omicidio, un diverbio su una sigaretta negata. “Avevo fumato crack – ha detto agli agenti -. Mi sono rovinato la vita”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ucciso a pugni e bastonate per una sigaretta. Augusto Bernardi, di 56 anni, è stato aggredito in piazza della Vittoria a Torino nella notte di ieri, 10 luglio. Per l'omicidio è stato fermato Francesco Lo Manto, un 19enne del posto residente nei palazzi di via Villar. Il giovane ha confessato l'omicidio, rivelando di aver ucciso il 56enne a mani nude. Il bastone che la vittima aveva con sé, secondo quanto da lui raccontato alle forze dell'ordine, si sarebbe spezzato nella colluttazione.

Il 19enne non ha opposto resistenza all'arresto. "Ho ammazzato un uomo, mi sono rovinato la vita" avrebbe solo detto ai poliziotti prima di farsi mettere le manette. Secondo alcuni testimoni, al momento del delitto il giovane era in evidente stato di alterazione dovuto al consumo di stupefacenti.

Lo Manto infatti ha ammesso davanti agli agenti di aver fatto uso di crack. Stando a quanto da lui dichiarato, sarebbe stata la sostanza ad oscurare la sua capacità di giudizio nella notte di domenica. "Mi ha chiesto le sigarette ed io non ero in me" avrebbe spiegato in lacrime subito dopo il fermo.

Dopo l'omicidio, il 19enne avrebbe portato via con sé anche lo zaino della vittima, forse nel tentativo di rubare altro denaro da spendere in stupefacenti. Le forze dell'ordine lo hanno ritrovato nella cantina dello stabile nel quale Lo Manto viveva. A coordinare le indagini, la pm Patrizia Gambardella della procura cittadina.

L'abitazione del 19enne, dove vivono anche sua madre e suo fratello, è stata posta sotto sequestro. Gli agenti hanno ascoltato anche i racconti dei vicini di casa. Secondo loro, il 19enne non aveva mai dato segni di squilibrio. Il giovane viveva in un monolocale al piano rialzato del palazzo, a circa 600 metri dal luogo del delitto. L'appartamento era appena stato venduto, stando alle testimonianze fornite.

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