323 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Terremoto Mar Adriatico, prosegue la sequenza sismica: cosa sta succedendo

Continua lo sciame sismico nell’Adriatico, colpito sabato da una serie di forti scosse di terremoto dopo la più forte di magnitudo 5.2 (rivista al ribasso da 5.6) tra Italia e Croazia. Dalla mezzanotte l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato oltre 10 terremoti per un totale di circa 65 eventi sismici da ieri pomeriggio.
A cura di Susanna Picone
323 CONDIVISIONI
Immagine

Va avanti la sequenza sismica nel Mar Adriatico iniziata con la scossa di magnitudo 5.2 (rivista al ribasso da 5.6) di sabato 27 marzo tra Italia e Croazia. Sono decine le scosse registrate nelle ultime ore: dalla mezzanotte a questa mattina l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha rilevato oltre 10 terremoti, due dei quali di magnitudo 3.1. Oltre 65 gli eventi sismici a partire dalla forte scossa di ieri pomeriggio. Non si segnalano, comunque, danni a persone o cose. La prima scossa di terremoto, la più forte, è stata registrata alle 14.47 di sabato pomeriggio e nell’ora successiva sono state registrate nove repliche tutte nella stessa zona dell’Adriatico centrale. L’epicentro è stato localizzato a circa 90 chilometri dal promontorio pugliese del Gargano e dalle isole Tremiti e a circa 30 chilometri dall'isola croata di Lastovo. Il terremoto e stato avvertito lungo gran parte della costa adriatica, da Ancona a Foggia, ma anche in diverse zone della Campania e del Lazio.

Terremoto in Adriatico "avvenuto in area molto complessa"

“Entro i primi 30 minuti dalla scossa principale si sono registrati due eventi di magnitudo 4,1, uno di magnitudo 4 e tre di magnitudo superiore a 3″, ha spiegato all’Ansa il sismologo Salvatore Stramondo, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il terremoto di ieri secondo il sismologo è avvenuto in un'area geologicamente molto complessa, dove la microplacca adriatica si scontra con la placca continentale: una prima ipotesi che a generare sia stato un meccanismo di scorrimento nel quale abbiano avuto un ruolo le Dinaridi, la catena montuosa che attraversa parte dei Balcani, la cui struttura sottomarina si sovrappone alla zona dell’epicentro. Carlo Meletti, Direttore della sezione di Pisa dell’Ingv, commentando lo sciame sismico ha spiegato che in caso di magnitudo più alta esiste anche la possibilità che possa generarsi un maremoto.

L'aggiornamento dell'Ingv sul terremoto di sabato

“L’area adriatica – fa sapere l’Ingv – è stata a lungo oggetto di ricerche di varia natura da parte di numerosi ricercatori che ne hanno studiato l’attività tettonica attraverso dati sismologici, dati GPS e osservazioni geologiche. In particolare, le faglie dell’Adriatico centrale sono state oggetto di studio attraverso l’analisi dei terremoti storici e dei dati forniti dalla sismica di esplorazione disponibili per quest’area, che ospita giacimenti di idrocarburi ancora non sfruttati”. Questa area è stata a lungo considerata rigida dal punto di vista tettonico, e come tale incapace di generare sismicità significativa: quest’ultimo terremoto sembra suggerire invece che questo settore è in grado di rilasciare sismicità, e quindi che è altamente fratturato al suo interno.

323 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views