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Strage di Bologna, riesumati dopo 39 anni i resti di Maria Fresu. E intanto spunta un video

Era la mamma della piccola Angela, tre anni appena quando fu dilaniata dall’ordigno piazzato alla stazione ferroviaria di Bologna. La riesumazione è stata disposta nell’ambito nelle nuove indagini sull’ex attivista dei Nuclei Armati Rivoluzionari, Gilberto Cavallini. Identificato inoltre, grazie a un filmino dell’epoca, il volto di un altro presunto personaggio coinvolto.
A cura di Angela Marino
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Riesumati, nell'ambito di una nuova inchiesta sulla strage di Bologna, i resti di Maria Fresu, una delle 85 vittime della bomba scoppiata il 2 agosto 1980 nella stazione della città emiliana e madre della vittima più piccola, Angela, tre anni. L'operazione, avvenuta nel cimitero di Montespertoli (Firenze), è stata disposta dalla Corte di assise di appello di Bologna, nell'ambito del processo a Gilberto Cavallini, ex attivista dei Nuclei Armati Rivoluzionati oggi accusato di aver concorso all'attentato.

Lo scopo è quello di individuare eventuali tracce di esplosivo sui resti che oggi, tuttavia, dopo 39 anni, risultato vistosamente degradati, ‘ammalorati' come dicono i tecnici. I resti erano all'interno di una piccola bara, sparsi, e non chiusi in appositi contenitori chimici come avrebbe dovuto essere. Alla riesumazione era presente il perito chimico-esplosivistico nominato dalla Corte, Danilo Coppe, gli avvocati Alessandro Pellegrini e Mattia Finarelli, difensori di Cavallini, e consulenti delle parti.

Il filmino

A riaccendere le luci sulla strage è stata anche la scoperta, in un filmino amatoriale girato da un turista tedesco la mattina del 2 agosto 1980, del volto di un altro presunto attivista coinvolto: Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale. Un fotogramma estrapolato da in stazione a Bologna mostra una "spiccata somiglianza" tra il volto di una persona ripresa e quello del Bellini. Già in passato l'ex Avanguardia Nazionale era stato implicato nel caso, ma l'alibi lo scagionava così fu prosciolto, nel 1992, per mancanza di riscontri.

Il sospettato

Oggi, anche con l'utilizzo dei software per il riconoscimento dei volti, sarà possibile fare una comparazione delle immagini di allora con le caratteristiche somatiche di Bellini. In base a questo documento, di cui dà notizia l'ANSA, la Procura generale di Bologna ha chiesto la revoca del proscioglimento del 1992 per Bellini, in modo da riaprire le indagini e fare un riconoscimento antropometrico. A carico di Bellini anche una un'intercettazione ambientale del 1996 quando in cui Carlo Maria Maggi, ex capo di Ordine Nuovo, condannato per la Strage di Brescia, nell'attribuire la Strage di Bologna alla banda Fioravanti parlava anche di un "aviere", che avrebbe portato la bomba. Paolo Bellini era conosciuto nell'ambiente della destra per la passione per il volo tanto che conseguì il brevetto da pilota.

La strage

L'attentato che ha cambiato la storia d'Italia, risale alla mattina del 2 agosto 1980, quando, esattamente alle 10 e 25, un boato infernale squassa l'edificio della stazione ferroviaria di Bologna. L'ala ovest dell'edificio viene giù sollevando un polverone enorme. Sul binario 1, il treno Ancona-Chiasso, fermo sulle rotaie, ne risulta completamente sventrato. Il bilancio finale conterà 85 vittime, tra cui Angela Fresu, 3 anni, la più piccola e sua mamma Maria. Varie piste vengono battute e archiviate, mentre il processo finale vede imputatati, e condannati, i soli Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, ritenuti gli esecutori materiali di un progetto di matrice neo-fascista. Dopo 39 anni i mandanti sono ancora ignoti.

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