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Strage Corinaldo, la testimonianza di Fedez: “Con quella capienza uno svenimento si poteva prevedere”

La testimonianza di Fedez davanti al giudice Francesca Pizzi, in occasione dell’udienza del processo bis sulla strage al ‘Lanterna Azzurra Clubbing’ di Corinaldo in tribunale ad Ancona. È toccato poi al trapper Sfera Ebbasta che quella sera avrebbe dovuto esibirsi: “Spray al peperoncino usato anche in altri miei concerti”.
A cura di Biagio Chiariello
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  È il giorno di Fedez e Sfera Ebbasta per il processo per la strage nella discoteca ‘Lanterna Azzurra' di Corinaldo, in cui la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 morirono cinque minorenni e una madre 39enne, rimasti schiacciati e soffocati per la fuga di massa scatenata dallo spruzzo di spray al peperoncino diffuso da una banda di ladri di collanine, condannata in via definitiva lo scorso dicembre.

Il primo a testimoniare davanti al giudice Francesca Pizzi al Tribunale di Ancona è stato Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, alla sua terza convocazione. Niente certificati medici, dunque, come accaduto nell'ultima udienza del processo ad inizio marzo quando non si era presentato per gli effetti collaterali che alcuni farmaci per la sua balbuzie gli avevano causato. Mentre nella prima convocazione non si era recato al tribunale per un legittimo impedimento dovuto ad un impegno lavorativo, doveva girare uno spot pubblicitario per McDonald’s.

Prima di parlare Fedez ha incontrato in un’aula protetta alcuni familiari delle vittime: prima le figlie di Paolo Curi: Dora e Gemma (di 11 e 15 anni, quest’ultima era alla Lanterna Azzurra quella sera) poi Francesco Vitali, fratello di Benedetta.

La testimonianza di Fedez

Va specificato che è stato convocato perché nel 2016 era stato ospite dello stesso locale e la magistratura vorrebbe fare chiarezza sulle condizioni strutturali della discoteca nel periodo precedente alla strage.

Se non ho un ricordo specifico di quella serata – ha aggiunto rispondendo alle domande del pm Paolo Gubinelli – penso di essere abbastanza tranquillo nell'asserire che fosse stata una data tranquilla, perché ho avuto esperienze di date gestite male e quella della ‘Lanterna' non rientra tra quelle critiche".

Gubinelli gli ha chiesto di riferire sul presunto affollamento della discoteca. L’artista ha spiegato che “se abbiamo un locale con un certo tipo di capacità e l’artista viene venduto ad un certo prezzo, per esempio se lo vendo a 30/20 mila euro per un locale che contiene 500 persone, chi sta gestendo la data è consapevole che il titolare deve strariempire il locale. Non dico prevedere una tragedia ma problemi di qualche tipo. Almeno uno svenimento ci sarebbe stato”.

In un'intervista in tv il cantante aveva comunque già parlato dello "scenario peggiore" accaduto la sera della tragedia di Corinaldo: in aula, rispondendo ai pm, ha quindi confermato il senso delle sue parole a proposito del prevedibile sovraffollamento del locale: cachet alto, spesa bassa per i biglietti e capienza limitata.

Fedez ha anche sottolineato come nella sua carriera artistica "non siano mai verificati situazioni in cui veniva spruzzato spray al peperoncino".

"Faccio una mia piccola valutazione – ha poi detto -, perché credo che questo sia collegato ad una certa tipologia di artisti e a una certa tipologia temporale. Tanto tempo fa non c'erta la moda dello spray al peperoncino e quando esplose questa malsana usanza, comunque sia, in nessun tipo di mio concerto si è verificata, ma vedevo che altre tipologie di artisti venivano coinvolti".

Le parole di Sfera Ebbasta

Successivamente è arrivata la testimonianza di Gionata Boschetti (Sfera Ebbasta). Per il trapper, che quella sera del 7 dicembre 2018 avrebbe dovuto esibirsi alla discoteca di Corinaldo, si trattava della seconda convocazione dopo quella del 24 febbraio a cui non si era presentato perché impegnato a girare un videoclip per lavoro. Sfera Ebbasta, che non sarebbe proprio arrivato sul palco quella sera, ha parlato di un altro episodio in cui pure era stato usato spray al peperoncino.

In quell'occasione il concerto è stato interrotto, ero sul palco mentre è successa la cosa. L'esibizione era già iniziata, hanno iniziato tutti a uscire, si sentiva non puzza, ma non si riusciva a respirare, la gola e gli occhi bruciavano, la gente iniziava ad agitarsi. Quindi si sono accese le luci, abbiamo stoppato e i ragazzi della sicurezza del locale hanno aperto le porte. Io però, nel momento in cui hanno acceso le luci e capito che bisognava sgomberare, sono andato nel backstage e non ho visto iniziare il deflusso, ma lo show fermarsi".

Boschetti è stato ascoltato dal giudice insieme al suo dj manager Shablo (al secolo, Pablo Miguel Lombroni Capalbo). Secondo la testimonianza di quest'ultimo l'auto nella quale viaggiava insieme all'artista era "a circa un chilometro dalla discoteca". Sfera Ebbasta dunque non sarebbe neanche arrivato in discoteca. "Sono sceso dall'auto perché la strada era bloccata dalla fila delle auto – ha ricordato – e ho fatto il percorso a piedi". Il manager è andato a piedi fino alla discoteca e seppe della tragedia, poi tornarono in albergo

Lungo la strada che porta fino al locale, il manager di Sfera Ebbasta, ha riferito di aver visto "ambulanze e mezzi dei pompieri" e di aver capito che "la situazione era più critica di quella che era stata riferita al telefono dalla sicurezza del locale

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