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Strage di Corinaldo, i pm: “Alla Lanterna Azzurra gravi violazioni, era tragedia annunciata”

Secondo i pm quella alla Lanterna Azzurra di Corinaldo della notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 fu “una tragedia annunciata e ampiamente evitabile”.
A cura di Davide Falcioni
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La tragedia avvenuta la notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, in cui persero la vita cinque minorenni e una donna di 39 anni nella calca innescata dagli spruzzi di spray al peperoncino "era annunciata e ampiamente evitabile". A dirlo sono stati i pm di Ancona Paolo Gubinelli e Valentina Bavai nell'udienza preliminare, davanti al gup Alberto Pallucchini, del procedimento ‘bis', relativo a carenze strutturali e di sicurezza del locale. Le accuse, a vario titolo e alternativamente, sono di disastro colposo e cooperazione in omicidio colposo, lesioni e falso. La Procura ha ribadito in aula la richiesta di rinvio a giudizio dei dieci imputati (9 persone, tra componenti della Commissione di vigilanza, tecnici e un socio gestore; e la società Magic srl). Per altri sette imputati si procede con rito abbreviato in parallelo: l'accusa ha già chiesto cinque condanne e due assoluzioni; altri due patteggeranno una pena.

Alla Lanterna Azzurra "gravissime irregolarità strutturali"

Gli inquirenti hanno illustrato gli elementi raccolti con le indagini e gli accertamenti tecnici parlando, in merito alla Lanterna Azzurra, di "gravissime irregolarità strutturali", che rendevano la discoteca "inidonea" a quell'uso, di "gestione e organizzative" dell'evento; i pm hanno hanno parlato inoltre di "imponenti violazioni di norme anti-infortunistiche", di "sovraffollamento" e altre "condotte colpose e omissive". La "tragedia non era inevitabile ma annunciata". Il gup si pronuncerà il 22 febbraio al termine dell'udienza prevista per le repliche. In aula, oltre ai legali di difese e parte civili, alcuni famigliari delle vittime e il sindaco di Corinaldo Matteo Principi che è tra gli imputati. I difensori hanno chiesto il proscioglimento degli imputati, tranne l'avv. Marina Magistrelli (due assistiti tra cui il sindaco) che ha sollecitato un processo "tranquillo", guardando a "fatti e carte, per fare chiarezza": "Quello che è successo non doveva accadere, mi viene la pelle d'oca a pensarci ma occorre individuare le vere responsabilità".

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