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Storia del gas esilarante, la “nuova” droga che ha invaso Londra

Le strade della capitale britannica sono piene di piccole capsule metalliche abbandonate sui marciapiedi, e non solo di fronte ai locali. Si tratta di una delle droghe più utilizzate nel Regno Unito e quelle capsule non sono altro che dosi di ossido di diazoto, un gas utilizzato in medicina come analgesico e anestetico sin dalla fine del XVIII secolo. Oggi lo usa un inglese su 4.
A cura di Redazione
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Camminando per le strade di Londra è facile trovare delle piccole capsule metalliche abbandonate sui marciapiedi di fronte ai locali. Sono lunghe circa una decina di centimetri, poco più grandi e bombate delle cartucce di un fucile. A dire la verità non si trovano solo di fronte a bar e discoteche, sono davvero ovunque, nelle stazioni, nei parcheggi, nei parchi, persino nelle trafficate vie dello shopping londinese. La ragione è semplice, si tratta di una delle droghe più utilizzate nel Regno Unito e quelle capsule non sono altro che dosi di ossido di diazoto, un gas utilizzato in medicina come analgesico e anestetico sin dalla fine del XVIII secolo. Secondo i dati del Global Drug Survey 2015, nel Regno Unito quasi una persona su quattro lo aveva utilizzato negli ultimi due mesi, rendendola la seconda droga più diffusa in assoluto dopo la cannabis. 

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Le antiche origini: scoperto nel 1772

Per capirne la storia dobbiamo tornare indietro nel tempo. È il 1772 quando il chimico e filosofo inglese Joseph Priestley scopre l’ossido di diazoto durante una serie di esperimenti che negli anni gli permisero di portare alla luce altre sostanze come l'anidride solforosa, l'acido cloridrico e l'ammoniaca e l'ossigeno. Circa vent’anni più tardi un altro chimico britannico, Humphry Davy, lo sperimenterá su se stesso e i suoi amici Samuel Taylor Coleridge e Robert Southey, scoprendone i poteri anestetici e dandogli il nome con cui viene comunemente chiamata: gas esilarante. Il suo utilizzo fu sin da subito applicato all’odontoiatria: la peculiarità della sostanza era quella di mantenere il paziente ancora cosciente e quindi capace di rispondere ai comandi vocali del dentista. Una peculiarità che ne ha fatto la fortuna come droga ricreativa già dalla fine del Settecento, quando l’upper class britannica si dilettava nei primi laughing gas parties.

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Quello che oggi viene chiamato hippy crack dai giornali inglesi ha un’origine tutt’altro che popolare, probabilmente per il costo della sostanza, che all’epoca non tutti potevano permettersi. Circa un secolo più tardi, lo psicologo e filosofo inglese William James ne descriverà gli effetti nei suoi scritti, arrivando a definirne il consumo come un’esperienza quasi spirituale, mistica. Il primo equivoco in cui si incappa quando si prova a capirne gli effetti è che non comportano necessariamente grasse risate.

Quelli più comuni sono infatti disorientamento, leggerezza corporea, cambiamenti nelle percezioni tattili, visive e uditive, vertigini, distacco da sé stessi e dall'ambiente circostante, in alcuni casi un aumento del senso dell'umorismo. Quando capita di vederlo utilizzato ai party, le risate non sembrano un effetto primario della sostanza, anche perché è spesso utilizzato assieme ad altre sostanze.

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Da Chaplin a Stanlio e Olio

L’idea del gas esilarante come una droga che provoca ilarità è forse dovuta al ritratto che ci è arrivato dalla filmografia di inizio Novecento. Nel 1914, Charlie Chaplin vi dedica un intero episodio (Laughing gas, che si traduce appunto come Gas esilarante), lo stesso faranno Stanlio e Olio in Lasciali ridere del 1928. In entrambi i casi, la storia inizia con una seduta dal dentista – il suo utilizzo medico più diffuso nei paesi anglosassoni – e finisce in un tripudio di risate e guai quando i protagonisti iniziano a sentirne gli effetti. Stanlio e Ollio, dopo averne assunto una dose massiccia, si risvegliano dal torpore e si mettono addirittura al volante, provocando un ingorgo in pieno centro prima di venire arrestati. Il tutto, ovviamente, ridendo.

Rubato dagli ospedali

L'ossido di diazoto è considerato uno dei farmaci essenziali nella lista dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e probabilmente il suo utilizzo in medicina ne ha in qualche modo inflazionato il consumo per uso ricreativo, facilitandone la reperibilità e aprendo la strada a un nuovo mercato. In un breve documentario di Vice UK, si vede come gli spacciatori se lo procurano, spesso rubandolo agli ospedali. Dal 2016 è diventato illegale vendere la sostanza per uso ricreativo nel Regno Unito, ma per alcuni la nuova legislazione rimane un fallimento. In un reportage del Times, uno studente dimostra come sia facile trovarlo agli house party dei suoi coetanei come praticamente in qualsiasi luogo di ritrovo per i giovani. A Bolton l’amministrazione locale ha utilizzato il termine “epidemics” per descrivere la diffusione del consumo e dell’abuso della sostanza.

Pizzicati pure i calciatori

Lo scorso Natale, alcuni giocatori dell’Arsenal sono finiti in prima pagina per un festino a base di gas esilarante dopo che anche la stella del Manchester City Raheem Sterling era finito sotto il riflettori per lo stesso motivo. Nel 2010 è emerso che persino il Principe Harry si era fatto qualche palloncino di ossido di azoto. Il video del The Sun che mostra Ozil, Lacazette e altri giocatori dell’Arsenal durante un festino a base di gas esilarante e vodka.

Il consumo di ossido di diazoto sembra avere radici storiche e culturali così radicate che risulta davvero difficile contrastarne la diffusione: la petizione per punirne il consumo è ferma al palo. Il gas esilarante non è solo usato in medicina, è anche un propellente (lo si vede anche in Need for Speed) e un additivo alimentare (lo si trova anche nei tubetti di panna montata), per questo è così difficile regolamentarne la vendita.

L'abuso può essere fatale

Poco più di tre settimane fa Sarah Dudley, una donna di 46 anni, è morta dopo aver cercato di rimediare ai suoi dolori cronici inalando circa un centinaio di dosi di ossido di diazoto. Nonostante la mortalità sia limitata a circa cinque casi all’anno, l’abuso può essere fatale, in particolare quando abbinato ad altre sostanze. Secondo i numeri dell’Office for National Statistics, sono stati finora 25 i decessi legati al consumo di ossido di diazoto tra il 2010 e il 2016. Tra gli effetti indesiderati infatti, ci sono nausea, cefalee, difficoltà di respirazione, perdita di conoscenza e l’uso prolungato può determinare una carenza della vitamina B12. I casi di abuso sono in aumento, ma vista l’oggettiva difficoltà nel proibire la circolazione della sostanza, alle leggi viene affiancato un approccio basato sulla riduzione del danno. Vice UK e l’associazione The Loop hanno infatti lanciato Safe Sesh, una serie di video che spiega come consumare la sostanza in sicurezza, se proprio non se ne può fare a meno.

Articolo a cura di Roberto Pizzato

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