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Il rapimento di Silvia Romano in Kenya

Silvia Romano è stata liberata, Giuseppe Conte: “Ti aspettiamo in Italia”

Dopo un anno e mezzo arriva la notizia della liberazione di Silvia Romano, a comunicarla è il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che ringrazia le donne e gli uomini dei servizi di intelligence: “Silvia, ti aspettiamo in Italia”. La ragazza era nelle mani di un gruppo armato sconosciuto dal novembre 2018, mentre si trovava in Kenya per conto della Onlus Africa Milele, attiva in progetti di sostegno all’infanzia.
A cura di Andrea Parrella
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Silvia Romano è stata liberata. Dopo un anno e mezzo di prigionia arriva la notizia tanto attesa e a comunicarla è il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che attraverso i suoi canali social ringrazia le donne e gli uomini dei servizi di intelligence: "Silvia, ti aspettiamo in Italia". La ragazza, 24 anni, era nelle mani di un gruppo armato sconosciuto e si trovava in Kenya da novembre 2018 per conto della Onlus Africa Milele attiva in progetti di sostegno all'infanzia.

Le prime parole di Silvia Romano dopo la liberazione

"Sono stata forte e ho resistito. Sto bene e non vedo l'ora di ritornare in Italia", sono queste le prime parole pronunciate da Silvia Romano dopo la liberazione. Il ritorno in Italia della cooperatrice è previsto per domani, 10 maggio, alle ore 14, quando l'aereo che la riporta a casa atterrerà a Ciampino.

Luigi Di Maio: "Lo Stato non lascia indietro nessuno"

Pochi minuti dopo Giuseppe Conte arrivano anche le parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Volevo darvi una buona notizia. Silvia Romano è libera. Lo Stato non lascia indietro nessuno. Un abbraccio alla sua famiglia. E un grazie alla nostra intelligence, all’Aise in particolare, alla Farnesina e a tutti coloro che ci hanno lavorato".

Il rapimento a novembre del 2018

Le tracce di Silvia Romano si erano perse il 20 novembre 2018. Nei tanti mesi trascorsi, durante i quali l'opinione pubblica aveva perso le speranze che la ragazza potesse essere effettivamente ritrovata, non è mai stata chiara l'origine del rapimento, anche se in quella stessa zona ci sono stati rapimenti di stranieri da parte di fondamentalisti islamici con base in Somalia. Sin dall'inizio della vicenda la prima pista che gli inquirenti hanno deciso di seguire è stata quella dei gruppi terroristici vicini ad Al Shabaab, il gruppo di integralisti islamici somali che da anni seminano il terrore in quest'area del Continente africano.

Il processo ai presunti responsabili

Era cominciato il 30 luglio 2019 il processo a Moses Luari Chende e Abdulla Gababa Wari, fino a quel momento unici due indiziati per il sequestro della giovane cooperante. Chende, inoltre, era tornato subito libero con il pagamento di una cauzione da 25mila euro, inspiegabile se si considera che il salario medio è di mille dollari l'anno. Ad agosto dello stesso anno era partito il processo a Ibrahim Adan Omar, uno dei presunti organizzatori  del rapimento, accusato di aver organizzato la banda di rapitori e di aver reclutato i componenti del commando formato da almeno otto persone che hanno assaltato il villaggio per portare via Silvia Romano tra cui i due già a processo. Procedimenti giudiziari, questi ultimi, ritenuti da subito fondamentali per comprendere chi siano stati i veri mandanti del rapimento, attualmente ancora ignoti.

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