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“Se l’è cercata”, insulti ed ironia contro il ladro morto schiacciato nel supermercato di Cattolica

“Altissima purissima levissima” si legge in un commento alla notizia di quanto accaduto qualche giorno fa a Cattolica. Fa discutere il caso del 47enne deceduto dopo il presunto tentativo di furto davanti a un supermercato. La vice sindaca di Rimini: “Bieco frasario dell’orrore”.
A cura di Biagio Chiariello
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Un "bieco frasario dell’orrore". Queste le parole utilizzate dal vice sindaco di Rimini, Chiara Bellini per commentare le battute sarcastiche e i commenti fuoriluogo sui social innescati dalla morte del 47enne, residente a Cattolica deceduto la notte tra lunedì e martedì mentre cercava di rubare delle confezioni di acqua minerale in un supermercato Conad. Il ladro è stato travolto dai bancali che lo hanno schiacciato.

L'odio social: "se l'ha proprio cercata"

"L'ennesima morte sul ‘lavoro'" ha scritto qualcuno. E ancora: "Altissima purissima levissima","se l'ha proprio cercata" (con tanto di errore grammaticale) sono alcune delle deprecabili frasi che hanno giustamente amareggiato la vice sindaca di Rimini. Diverse le faccine sorridenti e i pollici in su ai post relativi alla notizia apparsi sui social, "un dramma che, invece di destare pietà e compassione, ha scatenato il peggio da alcune persone – scrive la Bellini – che dietro la tastiera si sono sentite libere di poter  dar fondo ad un registro spietato di volgarità, disumanità e violenze verbali di ogni tipo. Davanti a una persona morta. Senza più pietà, in uno scenario di impoverimento anche linguistico che non è mai solo una questione personale,  ma anche e soprattutto di etica democratica o più brutalmente di cosa stiamo diventando e siamo già diventati" continua la vice sindaca.

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La rabbia del vicesindaco di Rimini

"Viene da chiedersi – prosegue  nel suo sfogo – da dove provenga questo livore spropositato, ma soprattutto, da interrogarsi per capire i motivi della deriva di una società che non esita neanche più un secondo a condividere pubblicamente parole che non si sa da quale antro personale provengano. La pietà, o la compassione – ovvero il ‘patire insieme' – si sono tramutate, prima nel linguaggio e poi nei comportamenti, in una ricerca ossessiva dello ‘star bene da soli', senza gli altri, anzi, contro gli altri. Contro questo odio è  sempre più necessario uno sforzo di autentica resistenza, non solo per sradicare modelli culturali violenti, ma anche per dare rispetto alla vita umana e un senso al sentirsi e percepirsi come comunità.  Come? cominciando a riprenderci cura delle parole, ridandogli valore, significato, peso e quella misura senza la quale, insieme alla pietà, rischieremmo di perdere definitivamente anche le fondamenta della nostra convivenza civile".

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