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Scuolabus, per la Corte dei Conti le spese del servizio spettano alle famiglie, non al Comune

In un comune del Piemonte, il Comune ha richiesto di poter concedere gratuitamente il servizio scuolabus per le famiglie. Ma la Corte dei Conti non solo ha respinto la richiesta: ha anche affermato che il servizio scuolabus, in quanto vero e proprio servizio di trasporto pubblico, dovrebbe essere pagato interamente dalle famiglie, senza alcun supporto dalle casse comunali. Una questione che rischia di diventare un problema in molti paesini montani della regione, dove il servizio scuolabus è fondamentale per tante famiglie, che ora temono di doversi incaricare delle spese.
A cura di Annalisa Girardi
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Nel Comune di Biandrate, in provincia di Novara, le autorità locali hanno chiesto ai giudici ammistrativi di poter concedere gratuitamente il servizio di scuolabus per le famiglie. Ma dalla Corte dei Conti è arrivato un secco rifiuto. Infatti, secondo la Corte, si tratterebbe di un servizio di trasporto pubblico che dovrebbe essere pagato dagli utenti che ne fanno uso, non dalle casse comunali come si usa fare. Non solo quindi lo scuolabus, che porta ogni mattina i bambini del paese in aula, non può essere gratuito, ma le spese per il servizio devono anche essere sostenuto interamente dalle stesse famiglie.

Manca poco più di un mese dalla ripresa dell'anno scolastico, e la questione potrebbe diventare una vera e propria emergenza. Le famiglie sono infatti preoccupate di doversi incaricare di ulteriori spese per poter mandare i propri figli a scuola. Dalla loro parte si sono già espresse numerose associazioni locali, come l'Anci, l'Associazione Nazionale Comuni Italiani. Il presidente di Anci Piemonte, Alberto Avetta ha commentato: "I Comuni devono poter garantire il servizio scuolabus alle famiglie come hanno fatto finora, si tratta di un servizio pubblico essenziale che non può essere scaricato sulle famiglie" . Anche l'Uncem si è schierata: è un'associazione che riunisce alcune comunità montane, dove spesso le scuole sono assenti, per cui è necessario organizzare il trasporto dei bambini e degli studenti in comunità vicine.

Il vicepresidente della regione Piemonte, Fabio Carosso, a cui è anche affidata una delega alla montagna, ha commentato: "È assurdo. Se un Comune non ha la scuola, deve poter organizzare lo scuolabus verso i paesi vicini e pagarlo con soldi pubblici". Poi ha aggiunto: "Cerchiamo di disinnescare la bomba che sarebbe potuta scoppiare nelle famiglie di tutta Italia, ma particolarmente in Piemonte, dove esistono molte realtà rurali e montane e dove, senza l'intervento dei Comuni, sarebbe impossibile garantire tale importantissimo servizio alle famiglie. Il ministro Bussetti si è impegnato a far predisporre il correttivo necessario per il nuovo anno scolastico. Sarà inserito nel primo provvedimento urgente, in modo da garantire l'effettivo diritto allo studio".

Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, sottolineando la situazione di stallo ha rimarcato la necessità di intervenire con urgenza, specialmente alla vigilia della pausa estiva in Parlamrnto: "I politici si sono lanciati in mille proposte per trovare un rimedio alla querelle degli scuolabus, peccato che niente sia stato fatto finora, il Parlamento chiuda per ferie e riapra solo due giorni prima dell’inizio della scuola. Noi abbiamo consigliato i Comuni di andare avanti come prima. Lo scuolabus è un servizio essenziale su cui non si può tergiversare".

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