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Scopre di avere un tumore, ricoverata all’Oncologico a Lecce contrae il Covid: scatta la denuncia

Scopre di avere un tumore osseo metastatico e si ritrova anche positiva al Covid-19. La storia di una donna di 37 anni s’inserisce nel filone dei contagi all’Oncologico di Lecce per il quale vi sono già esposti e un’inchiesta in Procura. Presentata dai familiari una denuncia-querela in cui ricostruiscono mancati ricoveri, dimissioni affrettate e una diagnosi arrivata in ritardo per la donna.
A cura di Susanna Picone
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Scopre di avere una brutta malattia, un tumore osseo metastatico e, quasi contemporaneamente, si ritrova anche positiva al Covid-19 dopo un ricovero in ospedale. Arriva da Lecce e si inserisce nel filone dei contagi scoperti nell’Oncologico per il quale vi sono già esposti e un’inchiesta aperta in Procura la storia di una donna di 37 anni che ha spinto la sorella a presentare una denuncia-querela in cui ricostruisce le ultime settimane della donna tra mancati ricoveri, dimissioni affrettate e una diagnosi arrivata in ritardo. Secondo la ricostruzione apparsa sui quotidiani locali, l’odissea della donna è iniziata alla fine del mese di gennaio. Stava male, era stanca, avvertiva dolori tali da arrivare persino allo svenimento. Per ben due volte era stata dimessa dall’ospedale con l’indicazione di prendere cortisone. Poi però, continuando a indagare su quei dolori, la brutta scoperta del tumore dopo una visita in una clinica privata.

La 37enne viene a quel punto ricoverata, prima al Vito Fazzi, poi al Dea e infine all’Oncologico il 25 febbraio. Lì avrebbe contratto il Covid nei giorni in cui si è registrato un focolaio con 18 pazienti positivi. Al suo arrivo pare che nei corridoi si vociferasse già di un primo paziente positivo al Covid-19. Dimessa, da inizio marzo la donna è a casa in isolamento e non può ricevere le cure in reparto né sottoporsi ad accertamenti per il tumore. I familiari hanno deciso di depositare una denuncia perché convinti che se fosse stata immediatamente ricoverata in ospedale la diagnosi della malattia sarebbe arrivata prima e non avrebbe perso settimane determinanti per le cure. A ciò si aggiunge il contagio avvenuto all'interno di una struttura che avrebbe dovuto proteggerla.

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