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Scomparsa di Paolo Loiudice, caso riaperto 15 anni dopo: “Ucciso e fatto sparire”

È uscito di casa con l’abito del matrimonio, ma non è mai più tornato. Non è riuscito neanche a sposarsi con il rito religioso il povero Paolo Loiudice, il 33enne scomparso nel 2005 dal Barese su cui oggi la Procura ha deciso di riaprire le indagini. Secondo le ipotesi della Procura il giovane sarebbe stato vittima di lupara bianca.
A cura di Angela Marino
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È uscito di casa con l'abito del matrimonio, ma non è mai più tornato. Non è riuscito neanche a sposarsi con il rito religioso il povero Paolo Loiudice, il 33enne scomparso nel 2005 dal Barese su cui oggi la Procura ha deciso di riaprire le indagini. L'anziana madre e la sorella Alessandra Loiudice, dopo la tragica perdita del padre e di un altro fratello, che non hanno fatto in tempo a sapere la verità, sono oggi più determinate che mai a conoscere la verità. Mauro è scomparso, ma ad Altamura, la città del pane, da dove ha fatto perdere le sue tracce l'11 novembre 2005, la voce è una sola: omicidio. Paolo, piccolo imprenditore locale, sarebbe stato l'ennesima vittima della criminalità che nel piccolo paese del Barese strozza commercianti e titolari di un'attività. Paolo, secondo i più macabri sospetti, sarebbe stato vittima di un episodio di lupara bianca.

La scomparsa

Torniamo ai fatti di 15 anni fa. Paolo, titolare di una piccola impresa edile, esce di casa e saluta la moglie chiedendole di non chiamare, di non disturbarlo. Si sono sposati poco tempo prima in Comune e in calendario hanno il matrimonio religioso. Presto. Paolo, dunque, esce di casa vestito con cura, con l'abito indossato per le nozze e da allora fa perdere le sue tracce. Ultimo avvistamento quello avvenuto in una pompa di benzina dove Paolo è stato visto salire in auto con altre persone. Da allora più nulla, come se si fosse volatilizzato. Il caso, su cui grava il silenzio di una comunità ostaggio della criminalità locale, finisce archiviato prestissimo. Nel 2010 un'interrogazione parlamentare sulla mafia di Bari, cita il caso Loiudice come ultimo, ennesimo caso di lupara bianca.

Un caso sotto silenzio

Della vicenda, seguita per conto della famiglia dall'avvocato Antonio La Scala, si occupa anche la trasmissione ‘Chi l'ha visto'. Di fronte alla telecamera per lanciare un appello a eventuali testimoni, però, c'è solo la sorella Alessandra. Alla moglie di Paolo l'inviato riesce a strappare solo poche battute dal citofono: "Quello che dovevo dire l'ho detto in Caserma", taglia corto la donna e ad Altamura amici e concittadini non sono certo più loquaci. Quindici anni più tardi, reduci da due lutti, quello del papà e dell fratello, stroncato da una grave malattia, Alessandra, assistita dall'associazione ‘Gens Nova', non si arrende: "Mia madre non riesce a darsi pace. Per fortuna che la Procura di Bari ha riaperto le indagini. Ho parlato personalmente con il PM Angela Morea che mi ha gentilmente accolto nel suo ufficio. Mi ha ascoltato e sta cercando di dare le risposte che da troppo tempo mancano alle domande di noi familiari".

L'appello

"Le nuove piste investigative – conclude Alessandra – dovrebbero condurci a dei risvolti importanti, ma sento di rinnovare il mio appello. Chiunque sappia qualcosa o abbia visto Paolo Loiudice vivo, si faccia avanti senza timore. Ormai la mafia della Murgia è stata sgominata e la maggior parte è in galera. Ho promesso a mia madre che, prima della sua morte, riuscirò a scoprire che fine ha fatto Paolo. Possibile che nessuno ha il coraggio di parlare? Così forte è l’omertà che ci circonda?".

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