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Rovigo, studenti sparano alla prof con pistola a pallini: “Nessuno si è opposto”

“La docente è ancora sotto shock, si è presa quindici giorni di pausa. Ora avvieremo un percorso con la classe interessata”, spiega la Dirigente Scolastica dell’Istituto Viola Marchesini a Fanpage.it, dopo l’episodio avvenuto a Rovigo.
A cura di Elia Cavarzan
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"Un fatto gravissimo. Le risate dei ragazzi, il fatto che nessuno si sia opposto, ci deve far ragionare sul come i ragazzi si comportano in gruppo e sul come venga a mancare la volontà di opporsi ad un qualcosa di sbagliato". spiega la Preside dell‘Istituto Marchesini di Rovigo, Dott.ssa Isabella Sgarbi

Dopo gli eventi che hanno visto coinvolti alcuni alunni che hanno sparato alcuni proiettili da una pistola ad aria compressa contro la loro insegnante, all'Istituto Viola Marchesini di Rovigo regna una tranquillità surreale e la volontà di andare oltre a questi spiacevoli fatti. La volontà di voltare pagina.

"Gli alunni più adulti, per intenderci, quelli delle classi quinte, sono dispiaciuti per quanto è accaduto e per l'apparente discredito arrivato addosso a questo Istituto. Voglio dire però, che questa scuola è e resterà un Isituto professionalizzante di pregio. Il gesto di questi ragazzi di prima ha sicuramente dell'incredibile, ma siamo già al lavoro per pensare a un lavoro educativo con loro durante l'anno, con tutte le nostre forze in campo", spiega la preside Isabella Sgarbi a Fanpage.it.

"Non abbiamo deciso di commissionare delle punizioni esemplari come in molti hanno chiesto in questi giorni, non importa se i giorni di sospensione sono tre, cinque o trenta, bisogna educare i ragazzi a diventare cittadini di concerto alle famiglie, alla società civile e al corpo docenti. Proprio quello che noi facciamo qui e che continueremo a fare. Ancora di più in quella classe", spiega la preside Isabella Sgarbi.

"Ora inizierà per la classe il percorso con la psicologa. Bisogna aiutare questi ragazzi a capire come mai abbiano scelto di agire in questo modo", spiega la preside, "un gesto, un'azione realizzata con la complicità di tutti. Le risate, il fingere che non sia successo niente. Indubbiamente grave". Ma non è di certo la gravità degli eventi a doverci portare a concentrarci sulla punizione, no. Il nostro ruolo è quello di educare. Così faremo".

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