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Roberta Ragusa, inammissibile revisione del processo chiesta da Logli: “Faremo ricorso in Cassazione”

Inammissibile la richiesta di Antonio Logli di revisione della sentenza di condanna a 20 anni, confermata in Cassazione a luglio 2019, per la morte della moglie Roberta Ragusa: la decisione della terza sezione penale della Corte d’Appello di Genova. Ma la difesa non ci arrende: “Faremo ricorso in Cassazione”.
A cura di Ida Artiaco
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La terza sezione penale della Corte d’Appello di Genova ha giudicato inammissibile la richiesta di Antonio Logli di revisione della sentenza di condanna a 20 anni, confermata in Cassazione a luglio 2019, per la morte della moglie Roberta Ragusa.

La decisione è arrivata dopo che i legali dell'uomo avevano richiesto la riapertura del processo sulla base di nuovi elementi emersi dalle indagini difensive. L'istanza era stata presentata a fine luglio, poi a inizio dicembre c'è stata l'udienza.

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Ma il team di difensori di Logli non si ferma. "Come già anticipato dall’avvocato Vernazza, che al momento versa in una particolare condizione di salute, faremo ricorso in Cassazione – ha spiegato a Fanpage.it la criminologa Anna Vagli, consulente tecnico di parte di Logli -. La corte di appello di Genova ha infatti ammesso le parti civili lo scorso 5 dicembre, cioè l’associazione Penelope e le cugine di Roberta Ragusa, d’accordo con la Procura generale, pur in una fase, come quella, ovvero rescindente, nella quale chiedevamo l’ammissione di nuove prove per aprire un nuovo processo, in cui non avevano diritto di esserci, come stabilito da giurisprudenza di cassazione a sezioni unite. Pertanto, come annunciato, respinta l’istanza, faremo ricorso per Cassazione perché vorrà dire che la giurisprudenza, dopo 20 anni, è cambiata. L'obiettivo è di essere assegnati ad una nuova sezione della Corte d'appello di Genova per ridiscutere l'istanza. Sapevamo delle difficoltà connesse all'istituto della revisione ma è una delle facoltà previste dall'ordinamento che abbiamo esercitato".

Antonio Logli, marito della donna scomparsa da Gello, lo scorso 10 marzo ha gettato via in un cassonetto lontano da casa sua alcuni effetti personali della donna. Biglietti, quaderni e vestiti di Roberta che però non sarebbero utili ai fini delle indagini.

Sempre Vagli lo scorso gennaio aveva parlato di un "nuovo testimone chiave capace di mettere in discussione l’intero impianto accusatorio" e quindi "in grado di rovesciare la condanna di Logli" e di alcuni elementi rinvenuti in seguito a un’attività di sopralluogo svolta la scorsa estate nella soffitta di casa Logli. "La revisione, come prevede il codice di rito, deve fondarsi su nuove prove o sulla dimostrazione che la condanna si è basata su di un fatto previsto dalla legge come reato. Insieme all’Avvocato Vernazza e alla Dottoressa Accetta riteniamo di essere in grado di rispettare tali crismi", aveva aggiunto.

Roberta Ragusa scomparve nel nulla nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 da San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Aveva 45 anni. Il suo cadavere non è mai stato ritrovato. Il marito Antonio Logli è stato accusato dell'omicidio della donna e condannato a 20 anni di reclusione, nonostante si sia sempre dichiarato innocente.

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