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Pullman in fiamme sull’A12 a Genova, l’autista ultimo a uscire: “Non sono un eroe, è dovere”

“Non sono un eroe, lo avrebbe fatto chiunque” ha dichiarato Salvatore Todaro, l’autista del pullman che si è incendiato in galleria in A12 domenica tra Recco e Nervi, a Genova. Il 56enne è stato l’ultimo a uscire per aiutare una coppia di anziani rimasta indietro.
A cura di Antonio Palma
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Per molti dei passeggeri del pullman andato a fuoco in A12 domenica in una galleria autostradale tra Recco e Nervi, a Genova, l’autista del mezzo è un eroe che non ha esitato ad aiutare alcuni degli occupanti del mezzo in difficoltà, rimanendo indietro. Un gesto di altruismo che gli è costato un ricovero nel reparto di Terapia intensiva cardiologica dell’ospedale San Martino dopo ore in camera iperbarica ma che il diretto interessato, Salvatore Todaro, minimizza parlando di gesto comune che tutti avrebbero fatto.

Il racconto di Salvatore Todaro, l'autista del pullman

“Non sono un eroe. Lo avrebbe fatto chiunque. Non potevo lasciare quella coppia sul pullman e scappare, non me lo sarei mai perdonato” ha racconto il 56enne comasco al Secolo XIX dal letto d’ospedale dove si trova ancora. L'uomo è ricoverato dopo aver respirato per diversi minuti quei fumi velenosi spigionati dall’incendio in galleria, anche se in graduale ripresa.

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Eppure il suo comportamento non è da tutti. In quell’inferno di fuoco e fumo, per tutti il primo pensiero è stato quello di fuggire e scappare il più velocemente possibile dal mezzo in fiamme verso l’uscita. Una impresa già difficile di per sé, come hanno raccontato molti testimoni e protagonisti loro malgrado dello spaventoso incidente nella galleria di Monte Giugo. L’autista, invece, come il comandante di una nave, è stato l’ultimo a uscire per aiutare una coppia di anziani rimasta indietro.

“Non è una questione di coraggio, ma di dovere. Dovevo farlo” ha dichiarato il 56enne, raccontando quei terribili momenti: “Una donna si era fatta male a una gamba e non riusciva a camminare. Il marito quando si è accorto che era rimasta sul bus è tornato indietro e io sono andato con lui. Ma in due non riuscivamo a tirarla su. Abbiamo perso una ventina di minuti, la galleria ormai si era riempita di fumo nero. Non vedevo nulla e girandomi di scatto ho battuto la testa contro un muro. In quel momento ho temuto di morire lì”.

Per fortuna è riuscito a uscire come tutti gli altri, anche se in condizioni serie. “Era tutto ricoperto di fumo, respirava male, era ridotto malissimo quando è uscito", hanno raccontato gli altri passeggeri. Portato in ospedale, dopo un trattamento di camera iperbarica, il 56enne è ora in Terapia intensiva cardiologica per uno scompenso cardiaco seguito all'inalazione dei fumi.

L’autista ora si interroga su quanto accaduto ma non sa dare una spiegazione. “Mai accaduto. Abbiamo sentito un botto, come lo scoppio di una pentola a pressione. Il fumo e le fiamme sono arrivate insieme. Dovevo decidere se continuare ad andare oppure se fermarmi. Ho scelto la seconda opzione perché ho temuto che il fuoco facesse saltare l’impianto elettrico. Il rischio era di non riuscire più ad aprire le porte”.

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Ancora disagi sull'autostrada A12 per ripristino della galleria a Genova

Intanto l’incidente continua a causare code in A12 nel tratto in cui domenica ha preso fuoco il pullman carico di turisti. Come comunica Autostrade, anche oggi infatti si registrano code tra Genova Nervi e Recco, in entrambi i sensi di marcia, a causa dei lavori di ripristino dei danni all'interno della galleria Giugo. Autostrade per l'Italia afferma che "è impegnata, con il massimo sforzo possibile" per riaprire le due corsie sul tratto autostradale entro il week end.

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