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Psichiatra aggredita a Pisa, via alla procedura di accertamento di morte cerebrale per Barbara Capovani

L’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e Azienda Usl Toscana nord-ovest hanno comunicato che è iniziata la procedura di accertamento di morte cerebrale per Barbara Capovani, 55enne psichiatra di Pisa aggredita venerdì pomeriggio all’esterno dell’ospedale Santa Chiara.
A cura di Ida Artiaco
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Non ce l'ha fatta Barbara Capovani, 55enne psichiatra di Pisa aggredita venerdì pomeriggio all'esterno dell'ospedale Santa Chiara, da un ex paziente. Dopo giorni di speranze, i medici oggi hanno annunciato la procedura di morte cerebrale per la donna. Al termine del periodo di osservazione, si procederà alla donazione degli organi come lei stessa aveva richiesto in vita.

La comunicazione è arrivata direttamente dall'Azienda ospedaliero-universitaria pisana dall'Usl Toscana nord-ovest con un comunicato congiunto. "Oggi pomeriggio, intorno alle 17.40, al termine della verifica di tutti gli esami clinici e strumentali necessari, la commissione di specialisti ha disposto sulla paziente l'inizio della procedura di accertamento di morte cerebrale la cui conclusione è prevista intorno alle 23.40. Al termine del periodo di osservazione si procederà alla donazione degli organi, assecondando in tal modo una sua espressa volontà che i familiari hanno condiviso" si legge infatti nel bollettino medico congiunto dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana e dell'Azienda Usl Toscana nord-ovest sulle condizioni di Barbara Capovani.

L'aggressore, un uomo dei 35 anni, era stato già arrestato in passato per una aggressione in tribunale a Lucca. Secondo quanto emerso da fonti inquirenti, era stato collocato in cura presso il Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Pisa nel 2019, e pare nutrisse "forti rancori nei confronti della dottoressa, che lo aveva avuto in cura in quell'anno, elementi che trovano conferma nell'analisi dei social media dell'indagato". Per gli investigatori si è trattato di un gesto premeditato.

L'indagato avrebbe infatti tentato l'agguato già dal giorno precedente: giovedì si era presentato al reparto presso l'Ospedale Santa Chiara vestito con abiti scuri, coperto in parte da cappello e mascherina chirurgica con in spalla uno zaino, ma al momento del suo arrivo Barbara Capovani non c'era. Per questo gli investigatori contestano all'uomo la premeditazione,

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