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“Pronto siamo carabinieri”, allerta sulla nuova truffa telefonica

Si presentano al telefono come carabinieri e chiedendo dei soldi per pagare una multa necessaria a evitare una denuncia. È la nuova truffa ideata da un gruppo di malviventi e scoperta dalle forze dell’ordine a Caltanissetta.
A cura di Chiara Ammendola
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Si sono presentati come carabinieri e, dopo averla informata di essere indagata nell'ambito di non ben specificati reati informatici, le hanno chiesto dei soldi per pagare una multa così da evitare il procedimento penale.

È accaduto a Caltanissetta dove una donna ha denunciato di essere stata contattata da presunti militari dell'Arma che ben presto si sono rivelati dei truffatori. E ora, dopo gli accertamenti del caso, sono stati proprio i carabinieri a lanciare l'allarme mettendo in allerta tutti i cittadini della provincia siciliana.

Dal Comando provinciale di Caltanissetta è infatti arrivato l’invito ai cittadini a non “dare seguito ad alcun tipo di pagamento, poiché in nessun caso le forze dell’ordine richiedono telefonicamente soldi per il pagamento di sanzioni amministrative. Si raccomanda di non condividere alcuna informazione personale o documento di riconoscimento”.

Stando a quanto denunciato dalla vittima i truffatori le hanno telefonato presentandosi come carabinieri e, informandola che nell’ambito di un’attività di indagine era emersa la sua responsabilità nella commissione di reati informatici, le hanno chiesto dei soldi. Il denaro sarebbe servito per pagare una sanzione amministrativa così da evitare l’instaurazione di un procedimento penale.

Per fortuna la donna ha reagito prontamente insospettita dall'insolita richiesta e ha detto no alla richiesta di denaro, rivolgendosi infine alle forze dell'ordine. “Eventuali vittime sono invitate a recarsi quanto prima presso i diversi Comandi dell’Arma sul territorio – proseguono i carabinieri nella nota diffusa oggi – così da monitorare il fenomeno e raccogliere elementi aggiuntivi, che possano essere d’ausilio all’identificazione dei malfattori”

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