7 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Processo alla cosca di Roccabernarda, tutti condannati: 24 anni al boss Antonio Santo Bagnato

Il Tribunale di Crotone ha condannato a 24 anni di reclusione Antonio Santo Bagnato, ritenuto il boss dell’omonima cosca di Roccabernarda. L’indagine oggetto del processo ha fatto individuare mandanti ed esecutori di numerosi episodi intimidatori ai danni di cittadini di Roccabernarda ai quali sono stati uccisi animali o tagliate decine di piante di ulivo.
A cura di Susanna Picone
7 CONDIVISIONI
Immagine

Il Tribunale di Crotone ha condannato a ventiquattro anni di reclusione Antonio Santo Bagnato, ritenuto il boss dell'omonima cosca di Roccabernarda. Quattordici gli imputati del processo che è nato dall'operazione Trigarium con la quale, il 30 luglio del 2018, la Dda di Catanzaro ha fatto luce sulla cosca emergente e su un omicidio, quello di Rocco Castiglione, avvenuto il 31 maggio del 2014 e per il quale è in corso il processo in Corte di Assise.

L'indagine oggetto del processo di Crotone ha fatto individuare mandanti ed esecutori di numerosi e crudeli episodi intimidatori ai danni di cittadini di Roccabernarda ai quali sono stati uccisi animali o tagliate decine di piante di ulivo a scopo estorsivo. Dieci gli imputati a processo per associazione mafiosa, detenzione e porto illegale di armi, estorsione, ricettazione, danneggiamenti, uccisione di animali. Oltre ad Antonio Santo Bagnato, le condanne per associazione mafiosa hanno riguardato Antonio Cianflone (16 anni), Antonio Marrazzo (18), Giuseppe Bagnato (12 anni e 6 mesi), Michele Marrazzo (12 anni e 6 mesi), Mario Riccio (12 anni), Maurizio Bilotta (14 anni).

Al collaboratore di giustizia Domenico Iaquinta il Tribunale ha inflitto una condanna a 6 anni e un mese leggermente superiore a quella richiesta dal pm della Dda, Paolo Sirleo. Condannati per una serie di danneggiamenti Emanuele Valenti Carcea a 4 anni e 3 mesi e Salvatore Aprigliano a 5 anni. Nell'operazione sono stati coinvolti anche professionisti e dirigenti del Comune di Roccabernarda accusati di abuso d'ufficio con l'aggravante del metodo mafioso. Si tratta del geometra Domenico Colao e dell'ingegnere Salvatore Fonte; condanne a 3 anni e sei mesi di reclusione per Giovanni Iaquinta, funzionario dell'ufficio tecnico del Comune di Roccabernarda e a 2 anni per Luigi Piro responsabile dell'ufficio tecnico e assessore all’epoca dei fatti. Il giudice ha anche condannato gli imputati al risarcimento delle parti civili: 70.000 euro per il Comune e 30.000 euro per la Regione Calabria.

7 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views