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Prete arrestato per violenze sessuali sui minori, la vittima: “Abusi anche in sagrestia”

Si è svolta giovedì a Enna la settima udienza del processo che vede sedere sul bando degli imputati Don Giuseppe Rugolo, il prete arrestato il 27 aprile 2021 con l’accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori.
A cura di Davide Falcioni
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Si è svolta due giorni fa a Enna la settima udienza del processo che vede sedere sul bando degli imputati Don Giuseppe Rugolo, il prete arrestato il 27 aprile 2021 con l’accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori. Per l'accusa il sacerdote avrebbe ripetutamente abusato del ragazzo che lo ha denunciato e di altri giovani che frequentavano la parrocchia e le attività che lì venivano svolte. Rugolo, che era presente in aula, ha scontato 13 mesi di arresti domiciliari al seminario di Ferrara e ora è sottoposto all’obbligo di permanenza notturna.

Quella di giovedì è stata un'udienza sofferta in cui il giovane ha risposto alle molte domande che gli sono state poste in nove ore di interrogatorio, con lucidità e senza mai cadere in contraddizione. Il ragazzo ha ricostruito con i pm Stefania Leonte e Orazio Longo tutti i passaggi delle violenze sessuali subite dal 2009 al 2013, quando era minorenne, che sostiene siano avvenuti anche nella sagrestia della chiesa di San Giovanni Battista di Enna.

Il testimone ha ricostruito anche gli aspetti relativi alle sue segnalazioni ad altri sacerdoti e al Vescovo di Piazza Armerina, Monsignor Rosario Gisana. Inoltre, ha raccontato gli aspetti relativi alla presunta trattativa tra Gisana e la sua famiglia circa l’elargizione di 25 mila euro della Caritas diocesana, che sarebbe stata avanzata dal vescovo e respinta dalla famiglia.

Secondo l'accusa le violenze sessuali di Rugolo sarebbero iniziate nel 2009, quando aveva 28 anni, era ancora seminarista e si occupava della pastorale giovanile. A.M., vittima degli abusi, si sarebbe confidato con lui circa l'intenzione, ancora piuttosto confusa, di entrare in seminario. In un'occasione tuttavia Rugolo l'avrebbe costretto a masturbarlo: "Non c’è niente di male", gli avrebbe detto il prete per calmarlo. Gli approcci sarebbero proseguiti fino al 2013.

Quando A.M. inizia una relazione con un suo coetaneo, il prete si sarebbe opposto dicendo che commetteva peccato perché doveva fare sesso solo con lui. Spaventato, soggiogato dalla personalità manipolatrice del sacerdote, il ragazzo venne anche aggredito in canonica, in sagrestia, dietro l’altare prima della Messa.

Ora don Rugolo dovrà rispondere dell'accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori. La prossima udienza si terrà il 10 ottobre.

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