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Preso all’aeroporto di Fiumicino il “dottor Wagner”, boss dei narcos e socio di El Chapo

Il dottor Wagner, al secolo Ramon Cristobal Santoyo, quarantatre anni, è stato arrestato all’aeroporto di Fiumicino a Roma. Socio di El Chapo e manager della cocaina, è considerato uno dei grandi registi del trasferimento della droga dal Messico agli Stati Uniti per conto del cartello di Sinaloa.
A cura di Susanna Picone
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Ramon Cristobal Santoyo, quarantatreenne noto con lo pseudonimo di dottor Wagner, è stato arrestato all’aeroporto romano di Fiumicino. Ad anticipare la notizia è il quotidiano Il Messaggero. “Manager della cocaina”, il dottor Wagner era socio di El Chapo e considerato uno dei grandi registi del trasferimento della droga dal Messico agli Stati Uniti per conto del cartello di Sinaloa, una delle più grandi e violente organizzazioni messicane dedite al traffico di droga, da tre anni decapitato del suo leader, appunto El Chapo. La Dea, l’agenzia federale che si occupa del contrasto agli stupefacenti, da tempo lo stava cercando. Contro Santoyo era stato spiccato un mandato d'arresto internazionale nel 2016, ma da allora di lui non si avevano più notizie. Fino a quando è stato bloccato all’aeroporto di Fiumicino: Santoyo si stava per imbarcare su un aereo, che doveva fare scalo a Parigi, diretto a Città del Messico. Per il cartello di Sinaloa, Santoyo coordinava il trasferimento di stupefacenti dal Messico agli Stati Uniti. Sul mercato americano riversava anche farmaci.

Stati Uniti chiedono estradizione – Santoyo potrebbe raggiungere presto El Chapo in un carcere negli Stati Uniti, che hanno subito chiesto l'estradizione. Gli americani pretendono che venga portato in California per essere processato davanti ai giudici dell'United States District Court for the Southern District of California. Per il socio di El Chapo (il re del narcotraffico è stato condannato da una corte di New York all'ergastolo per dieci capi di imputazione) pendono accuse di traffico e riciclaggio. In Italia adesso si valuterà la richiesta. Dopo un parere della corte d’Appello, spetterà al ministro della Giustizia dare la definitiva autorizzazione.

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