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Precipitò da una finestra in Germania, archiviate indagini su morte Lucia Raso: “Fu fatalità”

La morte di Lucia Raso è stato un incidente. Con questa motivazione, a due anni dalla scomparsa della 36enne veronese, precipitata da una finestra in Germania, è stata chiesta l’archiviazione delle indagini che vedevano il fidanzato indagato per omicidio volontario.
A cura di Chiara Ammendola
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Lucia Raso
Lucia Raso

La morte di Lucia Raso è stata una tragica fatalità. Con questa motivazione il pubblico ministero Stefano Aresu ha deciso di chiudere l’inchiesta su quanto accaduto la notte tra il 23 e il 24 novembre 2020 a Landshut, in Baviera, chiedendo così l’archiviazione del caso e di conseguenze delle accuse rivolte al fidanzato della vittima Christian Treo, da sempre unico indagato con l'accusa di omicidio volontario.

Nessuna prova dunque è stata raccolta in questi ani a favore dell'ipotesi di una morte violenta per la 36enne originaria di Verona che due anni fa aveva deciso di raggiungere la Germania per andare a trovare il fidanzato. Il 29enne, anch'egli veronese, lavorava infatti in Baviera e condivideva un appartamento con due coinquilini italiani. Quella sera, dopo aver consumato alcol e aver fumato, secondo il racconto che poi il giovane ha sempre ripetuto agli inquirenti, la fidanzata sarebbe precipitata dalla finestra del primo piano.

Una fatalità visto che nonostante l'altezza non troppo elevata, la 36enne riportò un trauma cranico violentissimo dopo aver sbattuto la testa sul marciapiede. “Sono entrato in camera e ho visto Lucia sul davanzale della finestra – aveva raccontato Christian – non ho fatto in tempo a prenderla che è precipitata”. Una versione alla quale i famigliari della ragazza non hanno mai creduto chiedendo indagini più approfondite e invocando "verità e chiarezza".

“Quando beveva, Lucia spesso saliva sulle sedie e sui tavoli a ballare, anche sui mobili”, le parole del fidanzato che sono però sempre state smentite dalla madre di Lucia che ha sottolineato come la figlia non facesse cose simili. “In questa storia sono ancora tanti, troppi gli elementi che non tornano e che continuo a non spiegarmi”, aveva subito frenato la donna.

Nei mesi scorsi è intervenuta sulla vicenda anche la criminologa Roberta Bruzzone che ha sottolineato come "i tre soggetti presenti nell’appartamento abbiano reso versioni tra loro incongruenti in maniera insanabile". Ciò nonostante non è servito a evitare che le indagini andassero verso l'archiviazione, decisione alla quale la famiglia potrà però appellarsi.

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