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Il bimbo di 7 anni caduto nel fiume in piena si risveglia dal coma: “Non sento più dolore”

Il bimbo di sette anni che domenica è caduto con la sua bicicletta nel fiume Pescia in piena, a Ponte Buggianese (Pistoia), si è risvegliato. Nonostante la prognosi resti riservata, il bambino ha fatto sapere di non sentire più dolore. Era stato salvato dal padre che si era tuffato nel fiume ed era riuscito a riportarlo a riva dopo la caduta.
A cura di Stefano Rizzuti
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Per qualcuno è un mezzo miracolo natalizio, ma di sicuro quella che poteva una tragedia sembra diventare una storia a lieto fine, con tanto di eroi ed eroine: il bimbo di soli sette anni che domenica è caduto nel fiume Pescia, a Ponte Buggianese (Pistoia) si è risvegliato dal coma farmacologico. Resta in prognosi riservata però ora respira autonomamente. “Senti dolore?”, le chiede la madre in ospedale, al Meyer di Firenze, secondo quanto riporta il Tirreno. E la risposta è un semplice e confortante “no”. Il bimbo ha soli sette anni e domenica è finito nel fiume con la sua bicicletta. Il padre si è tuffato a soccorrerlo, riuscendo a portarlo a riva e a salvargli la vita.

Il bimbo caduto nel fiume e il salvataggio del padre

Erano da poco passate le 12 di domenica. All’improvviso il bimbo, probabilmente a causa di una buca, è caduto con la sua bicicletta finendo dentro il fiume in piena. Viene trascinato dalla corrente forse per 300 metri. Il padre si tuffa subito in acqua nel tentativo di raggiungerlo. La madre chiama il 118, ma intanto urla disperata. Un residente racconta di averla sentita gridare, si è affacciato e ha visto in acqua quello che pensava fosse un cane, rendendosi conto solo in un secondo momento che si trattava di un bambino. Il bimbo è privo di sensi e anche il padre tra il fiume in piena e la sua incapacità di nuotare, è in difficoltà. Nonostante questo riesce ad afferrare il bambino in acqua e a riportarlo verso la riva.

Le operazioni di soccorso dopo la caduta nel fiume

Il padre si riavvicina alla riva del fiume in piena, ma la corrente lo trascina dall’altra parte. Interviene un residente, che con una corda entra nel fiume fino all’altezza delle ginocchia. Li aiuta e riesce a portare entrambi fuori. Tra i residenti accorsi c’è anche una ragazza che aveva frequentato un corso di primo soccorso: è stata lei a fare un primo massaggio cardiaco al bambino. Poi arriva l’ambulanza, con l’intervento immediato del personale sanitario che cerca di rianimare il bambino che viene quindi trasferito al Meyer. E qui, dopo soli due giorni, il risveglio. E quella che poteva essere una tragedia si chiude con un lieto fine.

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