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Picchiata dalla famiglia per aver rifiutato nozze combinate a Modena: “Salvata in modo rocambolesco”

L’avvocato di Penelope, Barbara Iannuccelli, sul caso della ragazza di origine indiana di 19 anni picchiata dalla famiglia a Modena per aver rifiutato un matrimonio combinato: “La mia speranza è che non accadano mai più situazioni simili. Adesso sto lavorando per farle avere i documenti”.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio.
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"L'abbiamo messa in salvo in modo rocambolesco. La mia speranza è che non accadano mai più situazioni simili. Adesso sto lavorando per farle avere i documenti". A parlare a Fanpage.it è Barbara Iannuccelli, avvocato dell'Associazione Penelope, che sta seguendo il caso della ragazza di origine indiana di 19 anni che ha denunciato la famiglia dopo essere stata aggredita con calci e pugni per aver rifiutato un matrimonio combinato.

È stata proprio l'avvocato di Penelope a intervenire quando la giovane studentessa ha avuto il coraggio di sporgere denuncia contro la famiglia. L'ha accompagnata in commissariato dopo che nonostante la segnalazione e l'attivazione del Codice rosso la 19enne era stata costretta a tornare a casa, subendo di nuovo percosse e minacce.

Il suo è un racconto da brividi. "Mi hanno messo a digiuno per due giorni – le sue parole – e papà si è messo davanti a me dandomi dei calci". L'hanno drogata con del latte al quale probabilmente era stato aggiunto del sonnifero, mentre al suo risveglio ricorda solo il padre che, ubriaco, con la mano fa il segno della gola tagliata.

La vicenda è stata presa in mano dalla Questura di Bologna, che ha disposto per la 19enne l'alloggio immediato in un centro protetto. Ci sarebbero avvisi di garanzia per maltrattamenti emessi dalla Procura di Modena che indaga.

A quanto pare, anche il fidanzato della giovane, un 20enne di origine indiana che non corrisponde all'uomo identificato dalla famiglia come suo futuro sposo, è stato trasferito in una località protetta "ed è altamente monitorato" dalle forze dell'ordine, così come i suoi genitori.

La storia della 19enne indiana ricorda molto da vicino quella di Saman Abbas, la 18enne di origine pachistana, scomparsa a fine aprile 2021 e trovata cadavere lo scorso novembre nei pressi di un casolare di Novellara, di cui è in corso il processo contro 5 membri della sua famiglia, tra cui il padre Shabbar e la mamma Nazia, unica ancora latitante. Anche questo caso è stato seguito dall'avvocato Iannuccelli, che si è augurata che "situazioni del genere non capitino mai più".

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