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Picchiata per aver rifiutato le nozze, studentessa trova rifugio dalla preside: “Lo Stato intervenga”

Nonostante l’attivazione del Codice Rosso una 19enne non è stata collocata in una struttura protetta per sfuggire alle vessazioni della famiglia. Accade nella provincia di Modena e la denuncia arriva dall’avvocata Barbara Iannuccelli dell’Associazione Penelope: “È stata ospitata dalla preside della scuola, ma lo Stato deve intervenire”.
A cura di Chiara Ammendola
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Ha trovato la forza di denunciare e allontanarsi da quella famiglia che la vessava costringendola a un matrimonio combinato che lei non voleva, per questo una studentessa 19enne di origini indiane è riuscita a fuggire dalla casa degli orrori dove viveva in provincia di Modena per essere collocata in una struttura protetta. L'attivazione del Codice Rosso e la gravità della situazione però non sono stati sufficienti a trovare per la giovane una struttura che l'accogliesse. Così la preside della sua scuola si è offerta di ospitarla.

Una vicenda denunciata da Barbara Iannuccelli, avvocata dell'Associazione Penelope che si occupa di persona scomparse, che si dice preoccupata "perché la preside ha messo a repentaglio la sua incolumità, dato che i familiari della ragazza si sono messi a cercarla". “Cinque ore lì dentro (in commissariato ndr) per sentirsi rispondere che i servizi sociali l'avrebbero collocata da sola in un b & b – si legge in un post pubblicato dalla legale sul proprio profilo Facebook – e se volevo potevo dormire io con lei.Facciamoli pure i convegni sulle bellezze del ‘codice rosso'…ci si schianta su una realtà inimmaginabile. W l'Italia!!!!”.

La giovane studentessa ha chiesto aiuto proprio all'avvocata Iannuccelli che dopo aver raccolto la denuncia della giovane ha presentato un esposto in commissariato contro i genitori della 19enne. Ha raccontato quello che le era stato riferito dalla stessa, che veniva vessata e picchiata perché non voleva accettare le nozze combinate dai suoi che rifiutavano la sua storia d'amore con un altro ragazzo.

A questo punto la questura di Bologna ha fatto scattare il codice rosso, e una squadra specializzata, guidata dal questore Isabella Fusiello, si è recata dove vive la giovane per collocarla in regime di protezione. La situazione è precipitata lunedì 24 aprile quando, al rientro da scuola, i familiari hanno sequestrato il cellulare alla ragazza. A quel punto la ragazza è riuscita a scrivere all'avvocata Iannuccilli via social chiedendole aiuto: la legale si è attivata e l'ha portata via da casa. Nonostante la denuncia però i servizi sociali non hanno potuto trovare, nel giro di poche ore, una struttura per accogliere la giovane.

Ed è così che la preside dell'istituto scolastico da lei frequentato si è offerta di ospitarla in casa sua. Una situazione precaria secondo l'Associazione Penelope che non può andare avanti a lungo anche perché in questo momento è in pericolo anche la vita della preside. Per questo Iannuccelli chiede che lo Stato intervenga velocemente per assicurare una reale protezione alla ragazza che ha trovato il coraggio di ribellarsi alla sua famiglia.

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