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Parroco si innamora della catechista, lascia l’abito e la sposa otto mesi dopo in chiesa

Riccardo Ceccobelli e la la catechista Laura Bagli hanno potuto finalmente coronare il proprio sogno d’amore dichiarandosi fedeltà eterna in chiesa.
A cura di Antonio Palma
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La loro vicenda aveva fatto discutere non poco quando dall’altare don Riccardo Ceccobelli aveva annunciato l’intenzione di lasciare il sacerdozio per inseguire il suo amore conosciuto proprio in chiesa, la catechista Laura Bagli, la loro storia però è andata avanti nonostante le difficolta e ora i due hanno potuto finalmente coronare il proprio sogno d’amore dichiarandosi fedeltà eterna in chiesa. I due infatti si sono sposati il giorno di Santo Stefano nella stessa cittadina umbra di Massa Martana dove l’ormai ex prete esercitava il suo ministero. Come racconta il Corriere dell’Umbria, per l’occasione i due però si sono tenuti lontani dalle rispettive parrocchie, convolando a nozze nella cappella del convento di San Pietro Sopra le Acque.

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Una cerimonia che ha coronato la loro scelta non facile di unirsi e formare una nuova famiglia ma caratterizzata da massima riservatezza anche se annunciata nei giorni scorsi con tanto di Atto di Pubblicazione del matrimonio affisso all'Albo del Comune di Massa Martana. Sei mesi dopo quell’annuncio ai parrocchiani della chiesa di San Felice, fatto col cuore in mano ma molto faticoso, Riccardo Ceccobelli si è unito così alla moglie, la 26enne infermiera Laura che in abito bianco ha detto sì al suo amato. Una scelta quella di unirsi in matrimonio religioso che i due avevano già espresso ad aprile. "Noi comunque vogliamo restare nella Chiesa, se ci sono delle regole da rispettare vogliamo farlo, senza dare scandalo" avevano spiegato.

Per il loro sì i due si sono contornati solo da parenti e amici stretti che li hanno sempre incoraggiati. “Io dovevo farlo questo salto nel buio perché è vero che ho smesso di fare il prete ma non di essere prete, che questo sia chiaro. E non potevo continuare perciò a tenermi questa cosa dentro di me. Lo dovevo a Dio, al mio vescovo, ai miei parrocchiani. Una questione di onestà, di libertà, di trasparenza" aveva spiegato il 42enne. Una trasparenza apprezzata da tutti senza riserve.

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