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Omicidio Vittorio Veneto, le due donne si erano conosciute su Second Life: erano “mamma e figlia”

Patrizia Armellin, 52 anni, e di Angelica Comaci, 24, erano legate da un rapporto patologico, lo stesso che le porta a considerarsi madre e figlia e che è nato dentro il mondo virtuale di Second Life, in rete. Lo ha detto chiaramente il pubblico ministero in merito all’omicidio di Paolo Vaj, 57 anni.
A cura di Biagio Chiariello
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Patrizia Armellin e Angelica Comaci
Patrizia Armellin e Angelica Comaci

Restano in carcere Patrizia Armellin, 52 anni, e di Angelica Comaci, 24, le due donne di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, accusate di aver ucciso giovedì scorso Paolo Vaj, 57 anni. Il Gip del Tribunale di Treviso ha infatti convalidato l'arresto delle due che, ascoltate dal pubblico ministero della procura della Repubblica di Treviso, la dottoressa Piera De Stefani, hanno fatto scena muta. Non hanno quindi né smentito né confermato la prima versione data agli acquirenti e cioè che Vaj è stato ucciso a colpi di bastone e soffocato con un cuscino. Lo avrebbero fatto per difendersi dall’ennesima aggressione da parte del 57enne che, rientrato a casa ubriaco, avrebbe scatenato una lite. L’autopsia prevista per domani dirà di più. Armellin e Comaci al momento rispondono di omicidio volontario in concorso.

Le due donne si erano conosciute su Second Life

Nel frattempo si scava anche nel passato dei tre che vivevano sotto lo stesso tetto. Il pubblico ministero ha detto chiaramente che Armellin e Comaci sono legate da un rapporto patologico, lo stesso che le porta a considerarsi madre e figlia e che è nato dentro il mondo virtuale di Second Life, una sorta di videogioco che ti fa creare una nuova vita sul web. Le due si sarebbero conosciute quindi in Rete per poi trasferirsi sei mesi fa a Vittorio Veneto, dove poi sarebbe cominciata un'amicizia stretta.

L'omicidio di Vittorio Veneto

Il rapporto tra la Armellin e il compagno sarebbero stato tutt’altro che idilliaco, a detta della donna. Anche se la 52enne non lo aveva mai denunciato, lui sarebbe stato aggressivo e violento. A Palo Vaj era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. Quella tragica serata, lui avrebbe voluto essere accompagnato, in auto, dalla compagna. Ma lei si rifiutava. Da questo sarebbe nata la lite, scatenante il delitto. Paolo l’avrebbe schiaffeggiata. Patrizia si sarebbe difesa aiutata da Angelica che afferrato, un bastone di legno, lo avrebbe colpito alla testa. Un solo colpo, in seguito al quale Paolo si sarebbe fermato, avrebbe chiesto dell’acqua e le sigarette. Sembrava finita lì, ma l’uomo sarebbe tornato nella stanza dove si trovavano le due donne per minacciarle con un coltello: “Stanotte vi ammazzo tutte e due”. Nella colluttazione Patrizia si sarebbe ferita ai polsi. Ed è quel punto che Angelica, vedendo in pericolo la “madre”, avrebbe preso il cuscino e glielo avrebbe premuto sul viso fino a soffocarlo. Versione però che non convince i magistrati.

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