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Omicidio Torino, Enrico Pellegrini “è stato ucciso dal fratello per l’eredità della madre”

Avrebbe ucciso il fratello per l’eredità della madre, morta lo scorso agosto, Carlo Pellegrini, l’avvocato di 48 anni fermato ieri per l’omicidio di Enrico Pellegrini, trovato morto nella cantina della sua casa di Torino con un coltello conficcato nell’occhio. Ma le indagini sono ancora in corso per ricostruire esattamente cosa sia successo.
A cura di Ida Artiaco
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Sarebbe l'eredità della madre, morta lo scorso agosto dopo una lunga malattia invalidante, il movente alla base dell'omicidio di Enrico Pellegrini, il 52enne di Torino trovato morto nella cantina di casa in via principi d'Acaja 38 con un coltello conficcato in un occhio. Lo riporta il quotidiano La Stampa. A ucciderlo sarebbe stato il fratello Carlo, avvocato che vive in Veneto (la famiglia infatti è originaria di Mirano): tra i due ci sarebbe dunque stata un piccola eredità contesa, non tanto sul piano economico quanto su quello affettivo. Ma le indagini sono ancora in corso e il condizionale è d'obbligo.

Il corpo di Enrico è stato scoperto nei giorni senza vita nella sua casa torinese. Poco dopo è stato fermato per il delitto il fratello Carlo, 48 anni, mentre stava raggiungendo il padre Rodolfo e la sorella Silvia a Folgaria in Trentino, dove la famiglia Pellegrini possiede una casa. I carabinieri di Rovereto, infatti, lo hanno prima interrogato come persona informata dei fatti, poi lo hanno lasciato andare. Ma neanche 24 ore dopo gli stessi militari lo hanno raggiunto proprio in Trentino dove è stato infine arrestato. Al momento si trova agli arresti nel carcere di Trento.

Ancora nessuno sa cosa sia realmente accaduto, mentre proprio gli amici e i colleghi di Carlo credono nella sua innocenza. "Carlo Pellegrini è stato un brillante praticante del nostro studio. Non ci siamo poi sentiti per molti anni, l’ultima mail è del 2016, mi aveva detto che si voleva occupare di infortunistica e abbandonare il diritto penale. Poi domenica sera i carabinieri mi hanno contattato dicendo che aveva chiesto di essere assistito da me", ha detto al Corriere della Sera l'avvocato Carmela Parziale, che difende Pellegrini assieme al collega Nicola Canestrini, il quale ha sottolineato che "è stato fermato domenica per identificazione, pur avendo con sé i documenti. Lo hanno sentito come persona informata sui fatti ed è poi rientrato nella sua seconda abitazione, dove è rimasto fino a lunedì mattina, quando è stato nuovamente fermato anche se non sussisteva alcun pericolo di fuga. Non abbiamo ancora ricevuto alcun atto. Nomineremo un nostro consulente per l’autopsia".

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