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No Green pass, denunciate 30 persone per i cortei di Trieste: di cosa devono rispondere

Le trenta persone sono state identificate attraverso numerosi video e filmati girati in quei giorni ed esaminati dalla Digos.
A cura di Antonio Palma
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Trenta persone sono state denunciate dalla Polizia per le manifestazioni contro l'obbligo di Green pass sul posto di lavoro avvenute a Trieste dove avevano bloccato le attività del porto per diversi giorni, interessando successivamente anche aree limitrofe e centro cittadino e innescando manifestazioni e blocchi analoghi anche nel resto d'Italia. Le trenta persone sono state identificate attraverso numerosi video e filmati girati in quei giorni ed esaminati in questi mesi durante le attività investigative della Digos, coordinate dal sostituto procuratore di Trieste, Pietro Montrone.

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Gli indagati sono ritenuti responsabili di comportamenti violenti e di istigazione alla violenza durante le manifestazioni di piazza non autorizzate contro il green pass a Trieste risalenti all'ottobre scorso. Secondo la polizia, le indagini hanno identificato "alcuni dei soggetti più facinorosi, tra cui anche i leader dei movimenti negazionisti, i quali hanno istigato i presenti a commettere reati" e violenze costate il ferimento di tre operatori di Polizia e il danneggiamento di tre mezzi delle Forze dell'ordine.

I fatti contestati risalgono al 18 ottobre scorso quando la polizia ha sgomberato l'area di accesso al porto di Trieste dopo diversi giorni di presidio dei No Green pass. "I numerosi inviti a lasciare il sito da parte dei responsabili dei servizi di ordine pubblico sono stati vani, così come infruttuosa è stata la trattativa intavolata per alcune ore con gli occupanti per convincerli a spostare la loro protesta in un altro luogo" spiegano dalla polizia, ricordando che poi i manifestanti si erano spostati anche nel centro cittadino, innescando scontri con gli agenti.

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"Hanno continuato con le loro azioni violente, protratte per diverse ore, fino a tarda sera scontrandosi più volte con le forze di Polizia; disordini che hanno interessato anche la zona limitrofa di via dei campi Elisi, dove decine di manifestanti hanno bloccato il traffico stradale mediante il rovesciamento di numerosi cassonetti, venendo a contatto con i reparti inquadrati intervenuti per disperderli, fatti bersaglio del lancio di sassi, bottiglie ed oggetti vari" è la ricostruzione degli inquirenti. Inoltre, durante le proteste, "alcuni dei facinorosi hanno bloccato l'accesso alla rampa che conduce all'entrata dello Scalo Merci di Campo Marzio, circostanza che ha determinato, in via cautelativa, l'interruzione della circolazione sulla linea ferroviaria".

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Per i trenta indagati le accuse, a vario titolo, sono di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, blocco stradale, getto pericoloso di cose all'indirizzo delle forze di polizia e dei reati di grida e manifestazioni sediziose e di adunata sediziosa, nonché di manifestazione non autorizzata.

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