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Neonato ustionato in ospedale, aperta indagine interna: sotto accusa termoculla e borsa dell’acqua calda

Si indaga su quanto accaduto al neonato nato ad Adria e poi ricoverato in Terapia intensiva per alcune ustioni provocato proprio in ospedale. Il piccolo era stato messo in una termoculla dopo la nascita.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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L'Ulss Polesana ha aperto un'indagine interna su quanto accaduto all'ospedale di Adria, in provincia di Rovigo, dove un neonato è rimasto ustionato a pochi giorni dal parto, tanto che è stato necessario il ricovero in terapia intensiva. Il piccolo, nato venerdì 25 novembre, presso il nosocomio di Adria, è stato trasferito nel reparto di Neonatologia perché presentava dei segni di ipotermia.

A quel punto i medici hanno deciso di iniziare un percorso terapeutico con l'utilizzo della termoculla, l'incubatrice che abitualmente si usa per i bambini prematuri. In poche ore però la situazione si è aggravata visto che sul corpicino del neonato sono stati rinvenuti dei segni, lesioni cutanee che sono state poi inquadrate come ustioni. Il piccolo è stato così trasferito prima a Rovigo e infine a Verona dove è stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva neonatale.

Una vicenda sulla quale dovrà essere ora fatta luce soprattutto perché, stando a quanto si apprende, dall'ospedale di Adria avrebbero escluso categoricamente ogni responsabilità della termoculla. Mentre si indaga su un possibile utilizzo di una sorta di borsa dell'acqua calda, ovvero di “ausili con funzionamento analogo che vengono utilizzati in certe situazioni e che contengono un liquido riscaldato”.

“Sono state vagliate tutte le possibili ipotesi si spiega dalla direzione dell'azienda sanitaria – spiega l'Ulss Polesana in una nota – siamo i primi a voler capire cosa sia successo e seguiamo l'evoluzione clinica del piccolo che, a quanto risulta, dovrebbe essere presto trasferito dalla Terapia intensiva neonatale alla Pediatria, sempre all'ospedale di Verona, segno di una tendenza al miglioramento”.

Nella stessa nota i dirigenti sanitari esprimono vicinanza alla famiglia del piccolo le cui condizioni sembrano in netto miglioramento: “Quanto accaduto ci dispiace tantissimo – si legge – un questo momento stiamo facendo tutte verifiche per capire cosa sia successo e perché”. Secondo l'Ulss però non ha influito il fatto che il parto si sia svolto nel piccolo ospedale di Adria.

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