553 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Neonata morta prima del parto, ginecologo condannato: “Mamma 20enne sta vivendo un dolore profondo”

Il ginecologo Luigi Zumpani dovrà pagare 80mila all’Asp. Questo il risarcimento fissato dalla Corte dei conti, l’azienda ospedaliera di Palermo che a sua volta aveva risarcito la giovane madre della bimba nata morta all’ospedale di Partinico.
A cura di Biagio Chiariello
553 CONDIVISIONI
Immagine

 I giudici della Corte dei Conti della sezione giurisdizionale per la Regione Sicilia hanno condannato il ginecologo Luigi Zumpani a risarcire l’Asp di Palermo con 80 mila euro per il danno provocato all’azienda sanitaria chiamata a ripagare la mamma 20enne della neonata morta all’ospedale di Partinico.

Stando a quanto accertato dai giudici, il medico in servizio all’ospedale Civico il 4 agosto del 2010 non avrebbe valutato con attenzione gli esami eseguiti sulla futura mamma e non si sarebbe accorto della sofferenza fetale della piccola, nata morta dopo il cesareo eseguito il giorno dopo.

La relazione dei periti nominati dal pm del Tribunale di Palermo ha stabilito che il tracciato eseguito dallo specialista avrebbe dovuto destare allarme e la partoriente non doveva essere dimessa.

Il ginecologo si è difeso affermando che il reato per cui è stato condannato a sei mesi è di procurato aborto e non di omicidio colposo e che eventuali responsabilità, se ce ne fossero, sarebbero dovute essere condivise con gli altri medici in servizio in quei giorni nel reparto di ginecologia.

L'accusa ha concordato che il medico andava condannato al risarcimento nei confronti dell’azienda. E anche per i giudici contabili di primo grado non ci sono dubbi sulla sua responsabilità.

“La mamma di 20 anni viveva una condizioni di profondo dolore – spiegano i giudici – era stata abbandonata dal padre della bimba dopo la gravidanza e inserita in comunità. Il patrimonio documentale su cui il collegio è chiamato a confrontarsi dimostrano il massimo grado di sofferenza patito dalla giovane mamma per come acuito da una relazione madre-figlia (che doveva già essere) di particolarissima intensità”.

La sentenza di primo grado potrà essere appellata.

553 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views