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Neonata abbandonata in spiaggia e morta di freddo, pena ridotta alla mamma: semi-infermità mentale

la Corte di Assise di Appello di Bari ha deciso di ridurre da 14 a 11 anni di reclusione la condanna inflitta a Lidia Rubino, 25enne di Castellana Grotte che nel 2017 abbandonò la figlia appena partorita sulla spiaggia di Cala Monaci, facendola morire di freddo. La perizia psichiatrica ne ha stabilito la semi-infermità mentale.
A cura di Ida Artiaco
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Ha abbandonato la figlia neonata, poco dopo averla data alla luce, tra gli scogli di una spiaggia di Monopoli, Cala Monaci, lasciandola morire di freddo. Per questo Lidia Rubino, 25enne di Castellana Grotte, è stata arrestata con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato poco dopo il ritrovamento del cadavere della piccola, avvenuto nel 2017. Ma oggi, mercoledì 15 gennaio, la Corte di Assise di Appello di Bari ha deciso di ridurre da 14 a 11 anni di reclusione la condanna inflitta all'imputata. Nel corso di un incidente probatorio, richiesto dalla difesa, infatti, è stata sottoposta ad una perizia psichiatrica che ne ha stabilito la semi-infermità mentale, riconosciuta come attenuante dai giudici di primo e secondo grado.

Lidia, assistita dall'avvocato Nicola Miccolis, dopo circa quattro mesi di detenzione in carcere, dal 29 marzo al 18 luglio 2018, è attualmente agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica. Stando alla perizia medico-legale, la bimba, ribattezzata "Chiaraluna", nata sana al termine della gravidanza, sarebbe morta nel giro di alcune ore anche a causa del freddo e dell'acqua del mare, dopo essere stata abbandonata dalla mamma che l'aveva appena partorita. A ritrovare il suo corpo senza vita fu il 17 febbraio del 2017 una coppia di turisti che passeggiava sul bagnasciuga, circa tre giorni dopo il suo abbandono. Inizialmente era indagato per concorso nell'omicidio anche il compagno della ragazza, la cui posizione è stata poi archiviata.

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