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Mustafa e famiglia hanno lasciato l’Italia, il bimbo siriano senza arti ha interrotto le cure

Il bimbo diventato simbolo delle violenze e della guerra in Siria e la famiglia pare si siano trasferiti in Germania ma non hanno comunicato nulla. Al piccolo Mustafa non erano ancora state messe le protesi ma dotato solo di una carrozzina elettronica.
A cura di Antonio Palma
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Il piccolo Mustafa con suo padre lo scorso giugno a Budrio (Foto di Beppe Facchini/Fanpage.it)
Il piccolo Mustafa con suo padre lo scorso giugno a Budrio (Foto di Beppe Facchini/Fanpage.it)

Mustafa, il bimbo senza arti che era diventato simbolo delle violenze e della guerra in Siria, ha lasciato l'Italia con la sua famiglia, interrompendo le cure e il percorso riabilitativo che stava facendo nel nostro Paese. Una decisione improvvisa quella dei genitori del piccolo che risale però al gennaio scorso, come confermano il Sindaco di Budrio, dove la famiglia si era trasferita nell'estate scorsa da Siena, e la Città Metropolitana di Bologna che li seguiva.

"Nel mese di gennaio la famiglia ha deciso, in assoluta autonomia e senza darne alcun preavviso, di interrompere il progetto di accoglienza trasferendosi altrove" hanno spiegato infatti dalla Città Metropolitana, ricordando che per la famiglia El Nezzer erano stati predisposti tutti i servizi necessari, dalla scuola per il piccolo e i fratelli alla casa priva di barriere architettoniche per il bimbo e il padre nel centro del paese di Budrio.

La famiglia pare si sia trasferita in Germania ma non ha comunicato nulla e dunque sono ignoti i motivi della partenza improvvisa. "Questa decisione è ovviamente legittima, ma provoca dispiacere, perché per questa famiglia avevamo messo in campo tante cose" ha confermato il Sindaco della cittadina bolognese Debora Badiali.

I genitori, Mustafa e gli altri tre figli della coppia, dopo i primi mesi passati a Siena, ospiti dell’arcidiocesi e della Caritas, erano arrivati nell'estate scorsa in Emilia Romagna per intraprendere un delicato percorso di cura presso il Centro Protesi Inail di Vigorso. Dopo pochi mesi, però, la decisione di andare via all'inizio di quest'anno.

"Non avevamo avuto avvisaglie né comunicazioni in merito per quanto sia noi che la Città Metropolitana stessimo seguendo da vicino il loro percorso. Semplicemente i bimbi un giorno hanno smesso di andare a scuola. Vedere la fine di questo percorso in questo modo dispiace senza dubbio. Speriamo solo siano felici" ha aggiunto il primo cittadino al Resto del Carlino.

Si pensa siano andati da parenti in Germania ma la preoccupazione è per il piccolo. Come ha rivelato a Repubblica il Sindaco, "Il padre aveva già la protesi e aveva completato il percorso riabilitativo. Al piccolo Mustafa invece non erano state ancora messe le protesi, ma era stato dotato di una carrozzina elettronica personalizzata".

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