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Morta a 94 anni Adelina Grossi, era una delle ultime partigiane di Ravenna

È morta mercoledì Adelina Grossi, ravennate di 94 anni, una delle ultime partigiane della zona. Fu testimone dell’eccidio alle case Baffé e Foletti di Massa Lombarda del 17 ottobre 1944 ed è stata negli anni una testimone attiva della Resistenza, in particolare sul ruolo che ebbero le donne. Cordoglio del sindaco.
A cura di Susanna Picone
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Si è spenta la partigiana Adelina Grossi. Ravennate di 94 anni, Adelina era una delle ultime partigiane della zona. È morta ieri, mercoledì 21 luglio. "Adelina se n'è andata di mattina presto, in riservatezza, com'era il suo carattere", fa sapere il presidente dell'Anpi provinciale. Fu testimone dell'eccidio alle case Baffé e Foletti di Massa Lombarda del 17 ottobre 1944 ed è stata negli anni una testimone attiva della Resistenza, in particolare sul ruolo che ebbero le donne. Un tema che nel 2016 ha anche affrontato in un incontro con gli studenti in Comune a Ravenna.

“Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la scomparsa di Adelina Grossi,– le parole del sindaco di Ravenna Michele de Pascale e la presidente del Consiglio comunale, Livia Molducci –. Fu molto attiva nel promuovere il riconoscimento delle donne che ebbero un ruolo decisivo nella lotta partigiana. Un tema che affrontò anche in occasione delle celebrazioni del 72esimo anniversario della Liberazione di Ravenna quando, il 5 dicembre del 2016 nella Sala Preconsiliare della residenza municipale, portò la sua testimonianza alla platea composta da numerosi studenti delle scuole superiori. Fu un momento davvero significativo a dimostrazione che la memoria, di cui tutti dobbiamo assumerci l’impegno, è l’elemento determinante perché tragici eventi non accadano più”.

Il sindaco di Massa Lombardia, Daniele Bassi: “Adelina fu partigiana e testimone, in età adolescenziale, della strage alle case Baffè e Foletti ad opera degli oppressori nazifascisti che trucidarono 23 persone. Nata e vissuta a Massa Lombarda fino ai 24 anni, è stata attiva protagonista nel tener viva, con appassionata lucidità, la memoria della Resistenza e della lotta di Liberazione. Ha incarnato nel modo più autentico i valori e i principi dell’antifascismo, su cui si basa la nostra convivenza civile”.

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